(Debemur Morti Productions, 2013)
1. I;
2. II;
3. III;
4. IV;
5. V;
6. VI
Ci siamo già occupati della creatura di Vindsval più volte in passato (con le recensioni degli ultimi due album 777 – The Desanctification e 777 – Cosmosophy) non potendo non sottolineare la genialità e l’unicità di un progetto, i Blut Aus Nord, che spesso passa in sordina e che punta decisamente più sulla qualità della propria proposta che sul farsi pubblicità in qualsiasi modo o rilasciare interviste in continuazione (nonché nell’evitare accuratamente di inserire i testi all’interno delle proprie uscite).
Non tutti magari si saranno accorti che da quel capolavoro che è Memoria Vetusta II: Dialogue with the Stars in poi, accanto alle uscite principali, è iniziata la pubblicazione di una serie di capitoli a se stanti in formato ep che tuttavia, a detta anche della stessa Debemur Morti Productions, non costituiscono né un concept, né una trilogia, né qualcosa di definito in termini di numero di episodi. L’unico limite a questo tipo di uscite è la creatività dei Blut Aus Nord stessi e abbiamo ben donde di immaginare che essa non svanirà troppo facilmente. What Once Was… Liber III si distacca quindi sia dai suoi predecessori (il lato B di What Once Was… Liber II nello specifico è sicuramente uno dei parti migliori di tutta la storia del gruppo) sia dalla trilogia 777, in particolar modo ancora più nettamente dai suoi ultimi due capitoli: l’elettronica occupa meno spazio rispetto a Cosmosophy, di cui vediamo ridursi notevolmente anche la carica più “epica” in favore di soluzioni e atmosfere più psicotiche e industriali. L’orecchio corre subito alle uscite di più difficile assimilazione dei Blut Aus Nord, cioè i controversi Mort e Odinist – The Destruction Of Reason By Illumination, di cui What Once Was… Liber III coglie l’essenza più deviata, spettrale (soprattutto nel caso di “II”) e meccanica. Meno violenza controllata, come negli ultimi due 777, ma non per questo fine a se stessa, anzi, il risvolto psicologico (all’ascolto) sembra essere addirittura più radicale ed intenso, in un’apocalisse sonora che è difficile descrivere a parole.
What Once Was… Liber III nonostante sia classificato come ep non è assolutamente da considerarsi come un’uscita minore, anzi, esso non fa altro che impreziosire ulteriormente la ricerca filosofica e musicale già espressa nei suoi due precedenti. Un altro centro, senza se e senza ma.