(Sumerian Records, 2013)
1. Machine
2. Divergency
3. Mindful
4. Exihlarate
5. Absolution
6. The Origin
7. Aeon III
8. Imaginary Condition
9. Illusionist
10. Source Field
11. Vengeance
Con il precedente The Discovery, i Born Of Osiris avevano tirato fuori dal cilindro un pizzico di personalità che li contraddistingueva dalla massa deathcore/“djent”/progressivecomevipare, pur conservando i principali difetti del genere: tanta (troppa) tecnica, inserti di tastiere (molto) poco azzeccati, riff dediti alla ritmica stancante riassumibili in sequenze sincopate ed ossessionanti di palm mute a corda vuota, voce poco incisiva coadiuvata da una seconda voce ancor meno incisiva. Oggi abbiamo tra le mani una replica che affossa il poco di buono fatto nel precedente disco, se possibile ancor più dedita alla ruffianeria estrema, ed i detrattori di tali ciofeche non potranno che esserne soddisfatti.
Date le capacità tecniche ed esecutive dei giovinastri, è veramente un peccato ascoltare pezzi così fiacchi, poco incisivi ed effeminati. Non è possibile nel 2013 credere di suonare con successo un genere musicale così dedito alla contaminazione inutile, fra echi di metal sinfonico e citazioni di Skrillex. Sì, avete letto bene. Tutto si ripete secondo gli stessi schemi: ogni pezzo inizia con una poco azzeccata introduzione di synth, melodica ed insignificante, per poi sfociare nel solito codice binario di palm mute e gridolini alla Oliver Sykes. Francamente, è difficile imbattersi in casi così evidenti di ripetitività e scontatezza: quest’album sembra sia stato composto da persone alle prime armi, senza esperienza; non dovrebbe essere il caso dei Born Of Osiris, band ormai navigata da un’infinità di live nonostante la giovanissima età. Tenetevi ben lontano da questa uscita, e dato che c’è crisi rivolgete i vostri sforzi ad altre novità più significative (nel caso specifico, non si fa neanche fatica a trovarne in confronto a tale Tomorrow We Die Alive). Insomma credo che il giudizio risulti chiaro: parliamo di una band dal notevole potenziale ridotta a suonare qualcosa di orribile, e prima ancora del superamento dello scoglio (enorme) del gusto personale, qua si è innanzi al giudicare qualcosa di effettivamente mal costruito, un’offesa musicale per le orecchie. Produzione e tecnica a livello stellare, peraltro caratteristiche sempre più comuni nel mondo metalcore, musica di fatto inesistente. Un affronto all’ascoltatore medio.
4.0