(Candlelight Records, 2015)
1) Serpents
2) The Words You Speak Are Not Your Own
3) Wings Beating Over Heaven
4) Fossils
5) Apnea
6) Tension Of Duality
7) Flames
Difficilmente nel 2015 ci si può trovare nelle mani qualcosa di veramente fantastico ed emozionante in ambito industrial / sludge: l’eccezione è Natron, ultimo lavoro dei CROWN. Si parte con “Serpents” e “ The Words You Speak Are Not Your Own” che con i loro riff, enormi e saturi, creano subito delle onde d’urto di una potenza inaudita (la lezione dei Godflesh è stata assimilata in pieno), attutita da momenti di calma apparente, derivanti dai sussurri di una voce malinconica che, declamando deliranti monologhi, ci fa immergere nelle viscere di questa band e ci trascina sul finale in una tempesta di trame tristi ed ammalianti. Si prosegue con la serrata marcia di “Wings Beating Over Heaven”, che lentamente si dilata per dare spazio ad una sinistra atmosfera apocalittica veramente tangibile; regala emozioni in particolare l’inserto semi-acustico, nel quale percepiamo la malinconia che avevano i God Machine.
Passati gli intermezzi post rock di “Fossil” e la conclusiva “Flames” (qui appare anche un pianoforte) ci troviamo davanti alla marcia inarrestabile di “Apnea” ed alla pietra nera dell’album, “Tension Of Duality”, che, con il suo incedere freddo e macchinoso, interrompe bruscamente le connessioni nervose del nostro cervello, destabilizzandoci e lasciandoci un profondo senso di abbandono. La scelta di usare una drum machine rende ancor più freddo e sintetico il sound della band, donando ai brani cadenze chirurgiche e ferrose, mentre i riff sono paragonabili a pietre sulla testa cadute dal cielo. Soprattutto se ascoltato di notte Natron trasporta l’ascoltatore dentro a quei tetri e devastanti paesaggi tanto cari ai Killing Joke; terminato l’ascolto vi renderete conto di non voler riaprire la finestra per timore di vedere l’apocalisse.
Non ci sarebbe da stupirsi se Ridley Scott o John Carpenter , venendo a conoscenza di questo lavoro, prendessero in considerazione le musiche dei CROWN per un ipotetico film sulla fine del mondo, perché questo lavoro è la trasposizione della catastrofe in musica. Grazie dunque a questa visionaria band francese per aver partorito un album che difficilmente riusciremo a togliere dai nostri stereo, un po’ come successe ai tempi con l’infernale e seminale Streetcleaner.
8.5