(Hassle Records ,2012)
1. R.A.T.S.
2. Bricks And Mortar
3. Road Sick
4. Breathe Armageddon
5. D.S.O.L.
6. The Void
7. Old Blood
8. Drunken Physics
9. Bastards
10. Rally The Wicked
11. New World Alliance
I Cancer Bats sono una band rara e particolare nel panorama musicale mondiale, ma la loro grandezza è percepita da pochi. Troppo spesso sbrigativamente liquidati come gruppo noioso e semplicemente “casinista”, il combo canadese è dotato di una personalità ed un’energia invidiabile e, oltre a saper mescolare diversi generi (hardcore punk, sludge metal e southern rock principalmente) con grande maestria, ha dimostrato nel corso degli anni di saper variare la propria proposta, senza mai perdere un briciolo dell’urgenza espressiva che contraddistingue i loro live shows incendiari.
Questo Dead Set On Living, quarto album di Liam Cormier e soci, è forse il meno immediato della loro discografia, e probabilmente viene un po’ penalizzato dalla mancanza dell’effetto “badilata sui denti” che contraddistingueva l’esordio Birthing The Giant, il bellissimo Hail Destroyer e anche l’ultimo Bears, Mayors, Scraps & Bones, il più “metal” della loro discografia, nel quale già si poteva intravedere la strada presa dai Cancer Bats. In questo nuovo disco infatti i pezzi più puramente hardcore sono davvero pochi (e tuttavia tracce come “Road Sick” e “Old Blood” sono dei potenziali anthems del calibro delle vecchie “Scared To Death”, “Hail Destroyer” o “French Immersion”), mentre sono aumentati in maniera esponenziale i brani dallo spiccato taglio sudista, sul modello della divertentissima “Lucifer’s Rocking Chair”, che ben si faceva riconoscere nel lotto di infuocate hardcore songs che componeva il secondo disco della band.
Scott Middleton infatti, da sempre l’anima metal della band (memorabile la sua enorme maglietta degli Entombed sfoggiata spessissimo ai concerti), ha tirato fuori per questo Dead Set On Living i riff più “grassi” che si siano mai sentiti su un disco dei Cancer Bats: pezzi come “Bricks And Mortar” o “D.S.O.L.”, se anche dal vivo non faranno scatenare il pogo più feroce, sono comunque un gran bell’invito all’headbanging. Pure il buon Cormier sembra aver lavorato parecchio sulla propria voce, che è ancora sporca e graffiante quando serve, ma che nei pezzi più ragionati sa essere, per quanto roca, espressiva, soprattutto quando si lancia in un semplice “parlato”.
In fondo, da una band che s’è creata un’identità alternativa per poter suonare i classici dei Black Sabbath in giro per il mondo (non stiamo scherzando, si chiamano Bat Sabbath e sono composti esattamente dagli stessi membri dei Cancer Bats!), c’era da aspettarsi una virata di questo tipo, e anche se manca l’alta digeribilità che caratterizzava i precedenti album della band, Dead Set On Living è un gran bel disco, che dimostra come i Cancer Bats siano una band sincera e dotata. Se non lo avete mai fatto, vi invitiamo però ad andare a vederli su un palco: noi ci siamo divertiti un mondo tutte le cinque o sei volte che abbiamo avuto l’opportunità di vedere un loro live show, perché i quattro canadesi sono davvero degli animali da palco a cui piace divertirsi e far divertire, dotati di grande personalità ma allo stesso tempo di grande umiltà. Dead Set On Living per alcuni potrebbe essere il loro peggior disco, per noi è il disco dell’estate, da ascoltare in macchina a tutto volume mentre giriamo per le vie della Riviera Romagnola con i finestrini abbassati.
7.5