(Lo-Fi Creatures, 2012)
1. Levithan
2. Ode To Lucifer
3. Sons Of Thelema
4. Horus Eye
5. Black Gold
6. Solstice Of Blood
7. Navajo Calling
Dopo un debutto col botto come Ghost Owl, ci si aspettava molto dai Caronte, in quanto un EP di tre canzoni, nonostante la notevole lunghezza dei brani, era davvero troppo poco, considerando anche le grandi capacità e possibilità della band. Ma veniamo a noi, Ascension non delude affatto le aspettative ed anzi si conferma oltre che un prodotto di notevole qualità, il mezzo necessario per quel salto mistico, comunemente detto resurrezione (o appunto ascensione in un ottica più pagana), da piani bassamente materiali a lidi decisamente più onirici e paradisiaci, passando dal famoso limbo in cui i nostri riescono ad incarnare la figura epicurea trasformando, tramite l’alchimia dei propri strumenti, la materia in eterei ideali.
Il verbo sabbathiano è sempre massicciamente presente ma questa volta la dose di doom è decisamente rincarata, tanto da rendere possibili parallelismi con band come Candlemass o Tiamat di ultima generazione. Fare sterili similitudini risulterebbe però troppo restrittivo per la band in questione che si dimostra molto maturata, anche nelle tematiche, e con quel pizzico di spregiudicatezza tipica dei grandi che vogliono sempre e comunque osare. Abbandonati temi “crowleyiani” oltremodo abusati come l’occultismo, la band si cimenta in un’autentica recitazione di preghiere e litanie a miti e divinità pagane, passando da un piano idilliaco ad un altro senza nessuna continuità spazio temporale e prendendo esempi dall’Egitto ai nativi americani, dai figli di Thelema ad Horus all’immancabile Lucifero, il tutto legato dal concetto mistico di Teosofia. Tutti esempi che portano con loro millenni di storia, tradizioni e religioni, mescolati in un modo astratto, estraniante e coadiuvato da suoni di produzione volutamente confusi e marcati nelle frequenze basse, atti a far naufragare la mente dell’ascoltatore in un dolce (per quanto nero) oceano infinito, come se il karma e lo spirito invisibile attraversanti la storia siano lì a rammentarci di quanto sia relativo il tempo.
Infine un apprezzamento molto sentito e particolare non può non essere fatto alla voce di Dorian Bones che, per quanto questa volta sia intenzionalmente sotto gli strumenti (a tratti le sue linee vocali sono quasi un sussurro), è perfettamente in grado di offrire una prestazione in cui rivivono personaggi del calibro di Danzig, Ozzy ed Attila Csihar, miti questi ultimi decisamente più vicini rispetto Horus o Manitù, ma ugualmente indistruttibili. Ascension è un album dal forte sapore antico, altamente psichedelico e, al pari del predecessore Ghost Owl , perfetto.
8.0