(To Lose La Track, 2012)
1. Chiuso per Fiere
2. 200 Metri d’Orso
3. Musica del Demanio
4. Cemento Mori/ Orti di Fame
5. Ragazza Ladra
6. Fiumi in Pena
7. Branchi di Nebbia
La scena emo (screamo, emocore, o come volete chiamarla) italiana è qualcosa di cui noi musicofili del bel paese possiamo andar fieri. A partire dai primi anni 2000, gruppi come La Quiete, Raein e Laghetto hanno contribuito al rinnovarsi di un modo di suonare nato oltreoceano, che sembrava aver ormai da tempo raggiunto i propri apici creativi. Il baricentro della scena si è quindi spostato nel vecchio continente, in particolare tra Italia e Francia, dove decine di gruppi hanno portato nuova linfa ad un genere ormai stagnante. I Chambers nascono dalle ceneri di una di queste band, quei Violent Breakfast autori di uno dei più bei dischi usciti dalla nostra penisola negli ultimi anni (Nient’Altro che Tempo, del 2007). Da simili premesse non poteva che derivare qualcosa di interessante: e infatti La Mano Sinistra è un bellissimo album, di quelli che ci fanno rispolverare un po’ di sano orgoglio patriottico.
I pisani si muovono con scioltezza tra diverse coordinate: partendo da solide basi screamo e post rock, ci spiazzano con richiami postcore, accelerazioni emoviolence e addirittura strutture quasi tooliane, arrivando a costruire un sound omogeneo ma allo stesso tempo molto sfaccettato. Insomma, i Chambers non hanno inventato nulla ma la loro proposta è in qualche modo originale e abbastanza riconoscibile. La Mano Sinistra è il loro secondo LP, che segna il passaggio dal cantato in inglese a quello in italiano; mossa azzeccatissima, sia perchè il cantato in italiano è molto più congeniale a questo tipo di sound, sia perchè ci consente di porre maggior attenzione ai testi, davvero interessanti ed ispirati. L’attenzione per le liriche è un tratto distintivo dello screamo italiano, e i Chambers non potevano essere da meno: tòpoi fondamentali sono l’incessante scorrere del tempo (tematica cara anche agli stessi Violent Breakfast) e la nostra dipendenza dalle comodità imposte dalla società moderna. I testi sono molto curati, tra continui giochi di parole e citazioni (“200 Metri D’Orso” è una rivisitazione di “Disneyland ed altri nonluoghi” di Marc Augè), e costituiscono uno dei punti di forza della band. Il cantante, che si muove perfettamente a suo agio tra classico streaming, parlato teatraleggiante in stile Massimo Volume e vocalizzi quasi cantautorali, rende giustizia alla profondità delle tematiche, aiutato dalla chitarra polimorfa e da una sezione ritmica sempre sul pezzo.
Ciò che sorprende dei Chambers è la loro creatività, soprattutto a livello strumentale, e la capacità di stupire con una certa costanza: i pezzi non si sviluppano mai in maniera prevedibile, ma sono caratterizzati da continue sterzate, progressioni incalzanti, cambi di tempo e di sonorità. Nonostante la cupezza di molti brani, a risaltare sono le melodie e soprattutto una certa coralità di fondo, che rende la band probabilmente imperdibile in sede live.
La Mano Sinistra è un disco convincente, ennesima vittoria di una label relativamente giovane ma già affermata sul territorio nazionale (basti pensare al successo di gruppi come Fine Before You Came, Verme e Gazebo Penguins), e di una scena alternativa – quella italiana – che nonostante tutto continua a sfornare ottimi album. Troppo spesso lo dimentichiamo.
7.5