(Autoprodotto, 2012)
1. A Plague Has Travelled with Us;
2. All I See is Dead Stars;
3. Ancient Paths Through Timeless Voids;
4. Separatist Declaration;
5. Devoided;
6. Initiation Rites of Sector Five;
7. The War Has Finally Found Us
Chi di voi è stanco di progetti che rilasciano mille uscite all’anno? Tutte le volte che ci si trova di fronte ad una nuova produzione legata a Mories viene da porsi questa domanda. Nel corso di varie recensioni si è talvolta accennato a questa problematica che compare nei generi più disparati (si pensi a Xasthur, Coffins, Nadja, Striborg, Expo 70, Jon Porras o Evan Caminiti giusto per citarne alcuni) e sembra che bene o male chiunque sia afflitto da questa “malattia” di sovrapproduzione (ovviamente non nell’accezione marxista) sia destinato prima o poi a deludere enormemente le aspettative. Il nostro amico olandese, il cui vero nome è Maurice de Jong, ha ben deciso di rilasciare nel solo anno in corso la bellezza di quattro uscite con altrettanti diversi progetti: Eschatological Scatology (originariamente registrato nel 2008/2009) a nome Gnaw Their Tongues, The Deification come De Magia Veterum, 1973 sotto lo pseudonimo Seirom ed infine il nuovo disco di Cloak Of Altering intitolato Ancient Paths Through Timeless Voids.
Tutta questa filippica per dire cosa? Assolutamente niente. Questo flusso di pensieri viene puntualmente smentito dal signorino Mories che riesce maledettamente a mantenere il numero delle sue uscite direttamente proporzionale alla loro qualità, sbeffeggiando alla grande tutti coloro che si sono trovati a condividere i miei stessi pensieri. Il nuovo album targato Cloak Of Altering ne è un’ulteriore testimonianza: nato dalle ceneri del progetto Ophiuchus, attivo sin dalla fine degli anni ’90, questa nuova entità si muove sui territori decisamente black metal tanto cari all’olandese, a cui si aggiunge il caos generale che contraddistingue tutte le sue produzioni e una insperata vena sinfonica ad impreziosire il tutto; inoltre l’uso della drum machine dona ai brani un sapore “dis-umanizzante” sempre apprezzato, soprattutto quando viene programmata in maniera ottimale come in questo caso. Le coordinate stilistiche sono all’incirca quelle presenti nella presentazione del progetto “for fans of Emperor, Arcturus & Gnaw Their Tongues” anche se ci sentiamo di precisarne un pochino la descrizione: l’influenza dell’Imperatore è chiara, specie del periodo Anthems To The Welkin At Dusk, meno quella degli Arcturus, il cui nome può tornare in mente giusto per qualche orchestrazione e magari per l’approccio alla composizione. Personalmente viene da pensare a nomi quali Diabolicum, ultimi Blut Aus Nord (777 – Sect(s) per quanto riguarda le parti più violente) e probabilmente quel che avrebbero voluto essere i nostrani Aborym se non si fossero persi nei meandri dell’inutilità musicale; nel “mondo Mories” si potrebbe pensare ad un’unione di De Magia Veterum con le parti più orchestrali ed apocalittiche degli ultimi Gnaw Their Tongues, ma con una struttura-canzone ben definita, con tanto di ritornello.
Senza entrare nel dettaglio, sono questi gli ingredienti di questa nuova esperienza musicale che culmina clamorosamente nei brani finali (“Devoided”, “Initiation Rites of Sector Five” e “The War Has Finally Found Us”) che insieme formano un trittico annichilente e trascinante come raramente capita di sentire. Magari non tutti gli episodi sono riusciti come quelli appena citati, ma nel complesso Ancient Paths Through Timeless Voids è un ottimo lavoro che conferma la bontà di questo progetto e lo stato di salute generale di Mories e della sua proposta musicale.
8.0