(Deathwish Inc, 2012)
Lato A (Converge):
1. No Light Escapes
2. Wolverine Blues (Entombed Cover)
Lato B (Napalm Death):
3. Will by Mouth
4. No Impediment To Triumph (Bhopal)
Lo split tra Converge e Napalm Death è, ed è stato fin da quando ne è stata annunciata l’uscita, un progetto capace di incuriosire tanti appassionati di metal estremo nel mondo: le formazioni in questione hanno posto le basi per generi di assoluta rilevanza (il grind e un certo tipo di hardcore evoluto), producendo delle vere e proprie pietre miliari negli ambiti di competenza. Accomunate da un comune gusto per la violenza incontrollata e i ritmi adrenalinici (con opportune eccezioni, da una parte come dall’altra) ma apparentemente distanti nelle rispettive visioni musicali, le due band dopo anni di ottimi rapporti hanno deciso di collaborare ad un’unica uscita in collaborazione e il risultato è questo breve ma intenso split che esce per la Deathwish Inc, etichetta di culto del frontman dei Converge Jacob Bannon.
È proprio il gruppo di Bannon ad aprire le danze, con una rasoiata letale da cinquanta secondi intitolata “No Light Escapes”, che probabilmente finirà sull’imminente nuovo album All We Love We Leave Behind. A seguire una divertentissima e riuscita cover di “Wolverine Blues”, classicone senza tempo dei maestri del death svedese Entombed. L’omaggio è azzeccato (speriamo di poterla sentire anche dal vivo!) , e reso ancora più godibile dal nutrito gruppo di ospiti che partecipano al brano: Kevin Baker degli All Pigs Must Die e The Hope Conspiracy, Brian Izzi dei Trap Them, il sempiterno Tompa Lidberg (dobbiamo davvero dire “At The Gates”?) e il prezzemolino Aaron Turner, che proprio recentemente ha lavorato con Nate Newton, bassista della band del Massachusetts.
Potrà sembrare strano, ma il lato dei Converge è più corto di quello dei colleghi britannici. Son passati appena tre minuti e già ci troviamo catapultati in “Will By Mouth”, un minuto e mezzo di Napalm Death “vecchia scuola” che sembra voler proseguire, con la stessa classe e anche lo stesso approccio -core ma con un diverso gusto, il discorso intrapreso dagli amici americani. Più interessante il secondo brano, “No Impediment To Triumph (Bhopal)”, in cui ci pare di sentire abbastanza chiaramente i Napalm Death di quegli album, usciti nell’ultimo decennio, nei quali la band non aveva paura di lasciarsi andare a qualche parentesi più melodica, pur preservando intatta la propria furia. Il brano è comunque ad alta tensione, le chitarre più “orecchiabili” non tolgono affatto smalto ad un pezzo violento ed ispirato.
Sette minuti ed è tutto finito: forse qualcuno si aspettava di più, ma in realtà da questo tipo di uscite non ha molto senso pretendere grandi cose se non del sano divertimento, per quanto si esaurisca in breve tempo. Al di là della curiosità destata dai nomi coinvolti, la qualità dello split in questione è davvero buona; poi si sa, alla fine questo dischetto resterà un’opera al cui fascino cederanno soprattutto collezionisti e aficionados, ma vista la brevità del lavoro un ascolto è assolutamente dovuto per chiunque, perché questo split è davvero una chicca da non lasciarsi sfuggire.
7.0