(Dark Descent Records, 2014)
1. Invocation;
2. Of Desolation;
3. Trepanation;
4. Sovereign;
5. Necrosophic Channeling;
6. Ravening Tides;
7. Apotheosis;
8. Demoniacal Subjugation;
9. Transcend Beyond Human;
10. The Threshold
I Corpsessed sono ormai per il sottoscritto una solida realtà nel nuovo panorama death metal finlandese: la loro seppur breve discografia (due ep e un album, quello in questione) li ha già resi alle mie orecchie come forse il miglior gruppo partorito dalla rinascita del genere negli ultimi tempi. Dark Descent Records se ne è accorta e se li tiene ben stretti.
Figli delle sonorità di Demigod, Adramelech e una compagnia lurida che non disdegna ispirazioni di stampo Dead Congregation o Disma, i Corpsessed vantano un songwriting denso e senza pause, che fa della pesantezza (eredità forse dei Tyranny, da cui un componente proviene) la propria arma vincente. Senza ricorrere a tempi velocissimi, a blast beats interminabili o a tappeti di doppio pedale a 26mila bpm, i nostri riescono a dar vita ad un album di pesantissimo e sulfureo death metal dai ritmi serrati, che poco lascia all’immaginazione o all’interpretazione. Abysmal Thresholds continua imperterrito la linea iniziata con l’EP d’esordio The Dagger & The Chalice (una delle migliori uscite del 2011 per me) e si distingue nettamente in quanto a barbarie e crudeltà dai connazionali Maveth o Krypts, avvicinandosi ai lidi più ferali e putridi di Desecresy o Gorephilia.
Abysmal Thresholds è un abisso nero e puzzolente dove si riversano alcune delle correnti più becere del death metal degli ultimi 3-4 anni, un solido monolite che dovrà temere la concorrenza di alcune uscite recentemente annunciate di pezzi davvero grossi del genere. Ma quello che realmente importa è trovarsi di fronte ad un disco ineccepibile che farà la gioia di tutti gli amanti dell’old school come si deve.
7.5