(Rarenoise Records, 2015)
Disc 1
1. Replaced By Shame, Only Two Left
2. Divided By Steel, Failing Gracefully
Disc 2
1. Too Late, Too Sharp – It Is Over
2. All His Teeth In Hand, Asking Her Once More
Progetto attivo dal 2013 con l’uscita del primo full a nome Cuts e comprendente nomi di spicco della scena noise e jazz, quali Thurston Moore (Sonic Youth), Merzbow (aka Masami Akita), Mats Gustafsson (Fire! Orchestra, The Thing) e Balázs Pándi (Metallic Taste Of Blood), i Cuts Of Guilt tornano sulle scene in questo 2015 con un’ulteriore masturbazione dimostrativa delle (in?)capacità dei componenti. Gruppi del genere, per quanto possa sembrare scontato, appaiono immediatamente come irresistibili, geniali e fuori dalle righe già solo per i nomi citati: purtroppo però la realtà dei fatti spesso elude dalle più rosee aspettative e si è costretti ad ammettere una cocente delusione.
Precisiamo subito che il lavoro rilasciato da questi quattro musicisti è tutt’altro che fruibile e di facile ascolto, si sprofonda qui nel noise più becero e fine a se stesso con un minutaggio a supporto di ogni singolo brano parecchio elevato. I componenti sonori (per quanto tale definizione possa stridere col genere proposto) sono estremamente squilibrati tra i dissonanti acuti degli strumenti a fiato di Gustafsson, gli inserti puramente rumorosi e loopati di Akita, la chitarra di Moore che ogni tanto ricorda di appartenere all’organico della band e un drumming che tenta a volte di fornire un ritmo ma più spesso divaga a suo piacimento lungo tempi inesistenti. Cuts Deeper appare più come un concetto fine a se stesso piuttosto che un lavoro musicale effettivo, un disco che sembra voler andare oltre i confini della musica stessa (quasi come se gli individui coinvolti non si rassegnassero a quanto fatto precedentemente) delineando spazi inesistenti per fini non pervenuti.
In un’ora e venti qualche spunto interessante lo si può anche trovare, ma un lavoro del genere è sicuramente destinato a dividere gli ascoltatori tra appassionati ed entusiasti contro nauseati e delusi; di sicuro nessuno ne rimarrà indifferente. Per quanto riguarda chi scrive, nell’universo sonoro che l’uomo è riuscito a realizzare vi sono esempi di utilizzo di frequenze libere e dissonanti decisamente più coinvolgenti e riusciti, e se proprio la forma canzone canonica non vi soddisfa non è richiesto necessariamente che un artista registri tutti gli onanismi di cui si rende protagonista. Un ascolto buttatecelo comunque, ma il rischio di uscir di senno è decisamente alto.
4.5