I Demon’s Bridge sono un gruppo proveniente da un piccolo paese in provincia di Cagliari. Formatisi agli inizi del 2009, dopo alcuni cambi di formazione i quattro arrivano alla registrazione del primo EP, presumibilmente autoprodotto. Il genere proposto è un death metal stilisticamente americano e di chiaro stampo old-school. Più che riallacciarsi alla solida scena tipica della Florida però, i nostri richiamano in maniera netta le sonorità di gruppi storici quali Six Feet Under e, ovviamente, Cannibal Corpse.
Il mini-album in questione, composto da otto tracce per venti minuti di durata (a voi l’onere dei conti sulla durata media dei brani) può tranquillamente essere considerato come una chiara esposizione del Chris Barnes-pensiero in fatto di come vada fatto un album a livello underground. La registrazione certo non si contraddistingue per pulizia e qualità sonora, principalmente a causa di una sezione chitarristica accordata molto in basso e praticamente mai variata nel corso del disco. Le canzoni tuttavia sono ben costruite se poste in relazione al genere di riferimento, e risultano dunque coinvolgenti. Non sono invece presenti assoli, nemmeno di breve durata o inseriti nel veloce contesto proposto dai Demon’s Bridge. Aspetto, quello degli assoli, che in certe casi ha costituito la salvezza di dischi altrimenti mediocri. Come nel più classico degli scenari, inoltre, il cantato rigorosamente gutturale rende impossibile la comprensione delle frasi “pronunciate” dal cantante Andrea Loche.
L’insieme di queste caratteristiche causa tipicamente una fondamentale frammentazione fra il pubblico: coloro che acconsentono più o meno incondizionatamente all’ascolto, motivati dall’indubbio coinvolgimento che i brani regalano (e che, in sede live, dev’essere ancora maggiore) e coloro che, anche nel death metal, pretendono una seppur minima ricerca sonora. In altre parole, vi è certamente un motivo se nel corso degli anni la scena death metal (americana e non) si è evoluta, sviluppata ed è stata contaminata in diverse maniere, e tuttavia esiste anche una ragione per la quale i già citati Cannibal Corpse riescono a vendere fondamentalmente lo stesso disco da quasi un quarto di secolo. Stabilito che i Demon’s Bridge sono maggiormente legati a questa seconda categoria, sta a voi la scelta sul loro destino.
Voto: 6