(7 Degrees Records, 2015)
Side A
1. Haapoja – We See with Teeth
2. Haapoja – Minä Olen Herra
3. Haapoja – Pakon Sanelema
4. Haapoja – Kaikki Murhasta
Side B
5. Dephosphorus – Aika
6. Dephosphorus – An Eerie Transmission
7. Dephosphorus – Abstraction Maze
8. Dephosphorus – Extract the Soul
9. Dephosphorus – Shades of Reality
Sud e nord Europa si sono uniti per regalarci questo split firmato da Haapoja, band finlandese con due dischi alle spalle dediti ad un blackened hardcore piuttosto melodico, e i ben più conosciuti Dephosphorus dalla Grecia, votati all’astrogrind, definizione che loro stessi hanno coniato per il loro stile: già nella nostra recensione del loro precedente lavoro Ravenous Solemnity si era già accennato qualcosa a riguardo, con le dovute spiegazioni.
Nelle tracce d’apertura delle due facciate i cantanti si sono scambiati le parti, anche se, a causa della differenza nella produzione tra le band, non è che ci si faccia realmente caso. Gli Haapoja non perdono un secondo, la partenza è immediata, cassa e rullante si fanno subito spazio correndo all’impazzata tra chitarre che creano belle trame melodiche, pur non dimenticandosi di andare dritti al punto, mentre una voce terribilmente sofferente e un po’ stridula ci accompagna in questa breve galoppata hardcore di quattro canzoni. Il punto di forza è sicuramente Pekka Kivelä, unico chitarrista della band che senza perdersi in elucubrazioni inutili è decisamente capace di regalarci ottime costruzioni sia dal punto di vista ritmico che melodico: i suoi riff regalano alle composizioni quel tocco di personalità, originalità e quella “botta” che deve essere la prima cosa di cui un gruppo del genere dovrebbe preoccuparsi. Per il resto, purtroppo, non è neanche semplice fare uno split con i Dephosphorus, che sono praticamente su un altro pianeta rispetto agli Haapoja.
Il side B infatti è decisamente più interessante. Non troviamo significative novità rispetto alle passate produzioni dei greci ma per fortuna non ne cerchiamo: il terzetto, dotato di evidente personalità, è sempre capace di creare atmosfere violente ma allo stesso tempo rarefatte e strane. Cambi di ritmo e tempi dispari ci accompagnano nell’ascolto senza mai risultare azzardati, tutta l’abilità strumentale dei Dephosphorus è messa al servizio della composizione per creare potenti ed evocativi momenti di oscura furia, mai fine a se stessa. La migliore qualità del gruppo è proprio quella di saper costruire canzoni elaborate che non risultano mai essere papponi sperimentali senza capo né coda: c’è invece tutta la suddetta furia grindcore, punk e black metal a supportare ogni trama più o meno ambiziosa intrecciata dagli ellenici, che con i loro fraseggi più che riconoscibili non dimenticano i vari aspetti della loro musica, ricca di attacchi carichi di rancore a folli velocità, momenti più cadenzati e atmosfere psichedeliche riconducibili al doom e al noise. Il risultato è omogeneo e ben strutturato e nemmeno questa volta scontato, nonostante sia passato appena un anno da Ravenous Solemnity.
In definitiva questo split è una bella prova per entrambi, nonostante i Dephosphorus denotino una superiorità notevole nei confronti dei colleghi finlanedsi. Ora rimane solo di capire quando le suddette band ci faranno l’onore di un nuovo disco.
7.0