1. Bitch In A Ditch
2. Dissected Inhumation
3. Gorging On Abortions
4. Womb Full Of Maggots
5. Compulsive Meatcleaver Amputation
6. Slaughter Morgue
7. Cloning Deformed Cadaver
8. Reanimated With Torture
I Devour The Unborn sono una band brutal death metal “multietnica”, visto che la line up comprende membri provenienti dal Texas, dagli Stati Uniti e anche dall’Italia. Nonostante la distanza che separa i vari paesi di origine, la band riesce a far uscire il proprio debutto per la Ossuary Industries nel 2012, con il primo full-length dal titolo Consuming The Morgue Remains.
Senza ombra di dubbio il brutal death proposto dai Devour The Unborn è di stampo americano, bello pastoso e diretto e ricorda realtà come Disgorge e Devourment. L’album pone le sue basi soprattutto su ritmiche cadenzate e dimezzate, mirate a far crescere progressivamente la violenza e la grinta di ogni singolo brano. La batteria infatti si limita, a parte qualche variazione in alcuni stacchi, a mantenere il tempo e a eseguire ritmiche ben precise, senza complicare troppo i pattern, in modo da esaltare al massimo l’impatto dei riff di chitarra, che fungono da colonna portante dell’album. Di certo non si può dire che Consuming The Morgue Remains sia un album tecnico o complicato, è semplicemente un pugno in faccia, brutale e diretto. Oltre alle ottime performance da parte del batterista e del chitarrista, e sono proprio quest’ultimi a occuparsi della composizione e della struttura dei brani, vi è anche quella della voce, curata da Diego Fanelli, già ben conosciuto per le sue abilità vocali essendo uno tra i cantanti più malati della nostra penisola: qualcuno di voi potrebbe già conoscerlo, visto che è anche il frontman di due band abbastanza affermate nella scena brutal death italiana come Vulvectomy e Stench Of Dismemberment. La sua impronta vocale è caratterizzata da un growl gutturale e un pig squeal marcio, entrambi montati molto bene su tutte le otto tracce, seguendo alla perfezione la ritmica eseguita dagli altri strumenti.
Consuming The Morgue Remains è un album più che discreto, che magari a tratti può risultare monotono, ma probabilmente i veri fan della musica estrema sapranno apprezzarlo. Bisogna aggiungere che non è il solito album brutal death grezzo registrato male, il sound è abbastanza curato e tutti i pattern sono comprensibili e ben scanditi. Sicuramente non è un capolavoro del genere, ma è un disco che riesce nel suo intento, catturando l’ascoltatore con riff esaltanti e carichi di violenza. Apprezziamo dunque il lavoro svolto dai Devour The Unborn e speriamo possano proseguire con il loro progetto proponendo presto del nuovo materiale.
6.5