Dopo il ‘colpaccio’ del kvlt vocalist Matti Way, Grind on the Road torna a stupire con effetti speciali, intervistando i due chitarristi di una delle brutal bands più amate di sempre, i californiani Disgorge: come molti lettori avranno visto nel nostro speciale, la band di San Diego, negli ultimi sei-sette anni, ha avuto decisamente una storia travagliata che, se da un lato ha alimentato, alla luce di certe perversioni ‘gossippare’, il loro status di band di culto, d’altra parte, da un profilo umano, ha minato non poche dinamiche.
La grandezza dei Disgorge sta anche in questo: non solo musica eccezionale suonata da musicisti eccezionali, ma anche persone vere, oneste e di cuore, pronte a mettersi in discussione di fronte alle domande più ‘toste’, sia sul fronte emotivo, sia su quello tecnico-musicale (piccolo spoiler: qualcuno c’ha detto qualcosa di più in merito al promesso da anni, ma mai arrivato, ultimo figlio di casa Disgorge, … And The Weak Shall Perish, via Unique Leader Records).
Alle nostre domande (inviate via mail agli interessati ad inizio marzo… ma pervenutemi solo ora) ha risposto, per lo più, Ed Talorda, ma, talvolta, è stato coadiuvato dal suo ‘collega’ Diego Sanchez (per chi non lo sapesse – ma se non lo sapeste, non credo leggereste queste righe! – si tratta probabilmente della coppia d’asce più influente degli ultimi, grosso modo, dieci anni di brutal death metal): bando alle ciance e veniamo al sodo!
Ciao, ragazzi! Oggi è decisamente un grande giorno: m’accingo ad intervistare i chitarristi del mio gruppo brutal death metal preferito di sempre! Sto naturalmente parlando di voi… Come vanno le cose?
Ed Talorda – Al momento va tutto bene. Ci stiamo riscoprendo come band e stiamo suonando alcuni show qua e là… e, nel frattempo, stiamo anche lavorando sul nuovo cd.
Ottimo! Vediamo d’iniziare. I Disgorge sono una band che non necessita di presentazioni. Ciononostante, un sacco di gente – particolarmente in Europa e qua in Italia – non ha saputo cosa v’è capitato dopo l’uscita del vostro ultimo disco, Parallels of Infinite Torture: il vostro amico e bassista Ben Marlin è tragicamente mancato, si sono formati i Sarcolytic ed un sacco d’altri avvenimenti… Mi piacerebbe parlare di queste cose e m’auguro che, per voi, non sia un problema…
Ed Talorda – S’è trattato di momenti ad un tempo molto delicati e piuttosto tesi. La vita sovente può portarci a fare decisioni migliori solamente per noi individualmente e, eventualmente, questo può minare la convivenza in una band, soprattutto se condividi quest’esperienza da quando sei giovanissimo, senza responsabilità e problemi d’una certa portata. Qualcuno di noi ha dovuto fare delle scelte che richiedevano che si muovesse fuori dalla California e, ai tempi, non tutti noi eravamo tecnologicamente preparati per scrivere mp3 con idee e bozze per nuove canzoni da passarci via mail. Il 2 luglio 2006 è stato l’ultimo concerto in cui la line up di Parallels… s’è esibita dal vivo. Da quel momento, Benny (Ben Marlin; ndR) s’è reso conto di non sentirsi troppo bene: gli avevamo detto subito di farsi vedere da un medico, senza aspettare troppo, non appena tornati dal Messico. Ricky (Myers, il batterista; ndR) e Levi (Fuselier, voce; ndR) avevano entrambi nuove ed effimere ambizioni per la loro crescita personale e professionale, complici anche la nascita dei Sarcolytic e l’entrata di Levi nei Pathology; Diego ed io facevamo, invece, la vita di sempre: lavoro, amici, ragazze, qualche capatina ai concerti locali… A un certo punto, Diego decise di riprendere la chitarra per un progetto insieme a Jason Trecazzi (l’eccezionale batterista degli Heinous Killings; sì, sì: il suo nome fa un sacco ridere…; ndR); per l’occasione, ero diventato bassista di quella band. Purtroppo, però, Jason s’è dovuto trasferire sulla East Coast: da quel momento, abbiamo deciso di mettere su i To Violently Vomit, insieme al batterista Scott Ellis. Ricky è ritornato in California poco più d’un anno fa: quasi fin da subito abbiamo cercato di ritrovarci, riallacciare i rapporti e suonare insieme. Lentamente è ritornata l’amalgama fra di noi come musicisti e come band e, al momento, stiamo finendo alcuni degli ultimi concerti di uno dei piccoli mini-tour che abbiamo fatto negli ultimi mesi; ovviamente, ci stiamo anche dedicando al nuovo cd.
Quali sono i ricordi più belli dei primi tempi coi Disgorge? E quali, invece, i migliori di questa vostra nuova era?
Ed Talorda – Ricky e Diego mi parlano spesso di quanto si sono divertiti in Brasile ed al Fuck the Commerce: dicono d’averne combinate di ogni, in quelle occasioni! Per quanto mi riguarda, l’intero tour che abbiamo fatto di supporto ai Suffocation è stato qualcosa di surreale, quando è capitato! Comunque, tutti gli show più recenti (gli ultimi Las Vegas Death Fest e Central Illinois Metal Fest, nonché le nostre apparizione a Bogotà, al Summer Insurrection e all’Occupation Domination) sono stati una figata e non vediamo l’ora di potere fare un tour il prossimo anno!
Diego, per la scena brutal death metal mondiale sei una vera e propria icona: hai fatto crescere, maturare e personalizzato come non mai il suono dei Disgorge. Ma cosa facevi prima d’unirti a loro? Come li hai conosciuti?
Diego Sanchez – Prima dei Disgorge (signore e signori, stiamo parlando della prima metà degli anni Novanta; ndR), Ben ed io facevamo parte d’una band chiamata Strangulation; c’era anche Travis Ryan dei Cattle Decapitation. Era piuttosto normale suonare nei vecchi club della zona insieme ai Disgorge e ad un pugno di altre nascenti brutal bands locali di allora… Ad un certo punto, i Disgorge hanno avuto uno stop e Ricky ha iniziato a venire a suonare la batteria per noi, proprio nel periodo in cui stava uscendo il loro disco d’esordio, Cranial Impalement. Insieme, allora, abbiamo così deciso di ‘trasformarci’ in Disgorge e molti dei riff degli Strangulation sono andati ad arricchire il nostro secondo album, She Lay Gutted.
E tu, Ed, cosa mi dici? Come sei entrato in contatto coi Disgorge? Potresti anche tu parlare dei tuoi eventuali progetti musicali precedenti?
Ed Talorda – Posso dirti che seguivo i Disgorge, da fan appassionato, prima ancora che uscisse Cranial Impalement! Uscito quel disco, mi sono sentito ancora di più coinvolto ed interessato da quello che facevano musicalmente. Mi piaceva anche un sacco She Lay Gutted, ma trovo avesse una produzione ed una potenza di suoni decisamente deficitaria. Per quanto mi riguarda, il seguente Consume The Forsaken ha rivoluzionato il modo di fare brutal e, nel 2003 (poco dopo l’uscita del suddetto disco; ndR), mi venne offerto un lavoro come tecnico del suono in un tour con loro e gli Incantation. Ai tempi, facevo parte di una band chiamata Mortuus Terror; facevamo un death metal decisamente più tradizionale, ispirato a Morbid Angel ed Hate Eternal. Ero in quella band da quasi undici anni. Otto mesi dopo quello stesso tour, ho chiesto ai Disgorge se volessero un secondo chitarrista. Allora, erano piuttosto riluttanti all’idea: pensavano che insegnarmi tutti i riff sarebbe stata una perdita di tempo, ma, dopo avere imparato due canzoni, si resero conto che la line up a due chitarre era decisamente più efficace… Mi sono imparato il loro live set giusto in tempo per fare il tour coi Suffocation e, subito dopo, per il Tokyo Death Fest; poi è venuto il momento di scrivere Parallels of Infinite Torture…
Stando alle impressioni di qualsiasi maniaco del death metal più brutale, i Disgorge sono considerati la band più influente per questa scena. Ma chi è che ha ispirato i Disgorge, quando s’erano appena formati?
Ed Talorda – Questa è decisamente una domanda più per Ricky (ride)! Beh, conoscendolo, sicuramente risponderebbe citando la vecchia scuola death metal e i primissimi tentativi di brutalizzare certe sonorità della prima metà degli anni Novanta: Broken Hope, Dying Fetus, Cannibal Corpse, Morbid Angel, Immolation, Deeds of Flesh, Gorgasm… tutta questa roba, insomma.
E oggi? Quali sono le band che vi piacciono di più?
Ed Talorda – Ultimamente, da ogni parte del mondo, stanno uscendo un sacco di band che spaccano di brutto! Parlo dei Defeated Sanity (Germania), dei Putridity (Italia), dei Septycal Gorge (Italia), dei Wormed (Spagna), degli Impure (Spagna)… davvero, troppa gente! Anche qua il numero delle brutal bands è sempre più… sovrabbondante, soprattutto se consideriamo l’infinità di gruppi slam che stanno uscendo…
Da come m’hai appena risposto, capisco e so che ami seguire il brutal death metal a livello mondiale, partendo dall’underground. Quindi. Siamo su una webzine italiana, ragion per cui questa domanda è un vero e proprio ‘must’: onestamente, cosa ne pensi delle death metal band del Bel Paese?
Ed Talorda – Il primo gruppo italiano che ho ascoltato, in ambito death metal, sono stati i Nefas: ero decisamente esaltato dalla loro proposta, ma sono restato veramente di sasso quando ho visto dal vivo, un paio d’anni fa, i Septycal Gorge a San Diego, il giorno prima del Las Vegas Death Fest 2! Suonare al Mountains of Death con i Putridity ed i Modus Delicti, nonché con tutte le band presenti all’evento, m’ha davvero aperto gli occhi su quanto fosse cresciuta questa scena, a livello mondiale, da quando eravamo assenti! Nel corso della mia vita, ho avuto l’occasione di sentire alcune fra le migliori brutal bands del mondo, ma devo dirti che soprattutto l’ITDM ha dimostrato un cuore ed una dedizione alla causa tale da ispirarci a scrivere nuove cose coi Disgorge!
I Disgorge sono sempre stati una band connotata dalla presenza di musicisti decisamente talentuosi, nonché da cantanti originali e capaci: potresti, dunque, presentarci i nuovi membri della vostra reunion?
Ed Talorda – Al momento siamo alla ricerca d’un nuovo bassista. Abbiamo provato tre ragazzi e tutti hanno delle capacità tecniche impressionanti; ovviamente solo uno registrerà con noi il nuovo album. Nate Twyman, invece, il cantante dei Gortuary (altra band di San Diego decisamente da sentire: roba à la Disgorge con talune aperture ‘melodiche’ che, nel complesso, non stonano per nulla; ndR), è il nostro nuovo frontman e sta facendo un ottimo lavoro (confermo; ndR). A mio avviso, il suo timbro vocale è a metà strada fra Matti Way e Joe Ptacek (RIP).
Quali sono i vostri progetti futuri? Ci sono programmi di date in Europa e, ancora meglio, in Italia?
Ed Talorda – Abbiamo iniziato a contattare un promoter per combinare qualcosa nel tardo 2013. Nel mentre stiamo lavorando sodo sulla nostra prossima release, … And The Weak Shall Perish: se tutto va bene, sarà fuori per aprile del prossimo anno.
Grazie mille, ragazzi! Anche dopo quest’intervista, confermo: siete dei grandi! Continuate a seminare brutalità per tutto il mondo! Cheers from Italy!
Ed Talorda – Grazie a te per l’intervista e scusa davvero se c’abbiamo messo così tanto a rispondere alle domande…!