(Metal Blade Records, 2012)
1. [Vulnus]
2. Drowning By Wing Beats
3. In The Rivers Bleak
4. I Fade Away
5. Beneath The Crown Of Cranes
6. Giving Their Heir To The Masses
7. [Asphyxia]
E alla fine anche la Metal Blade scoprì il postcore. Va bene, forse stiamo esagerando, ma è comunque strano vedere un gruppo come i Downfall of Gaia pubblicare un disco tramite una label tanto nota ed è qualcosa che rende abbastanza l’idea di quanto questo genere (?) di post-hardcore mescolato con elementi black sia sempre più in voga. Bisogna però riconoscere all’etichetta americana di aver puntato su un ottimo cavallo, cosa non sempre riuscita a Brian Slagel in passato (diciamolo, ci sono tante cose buone nel catalogo Metal Blade, ma anche parecchie ciofeche).
I Downfall Of Gaia si erano già fatti notare con Epos, disco post-hardcore di discendenza crust (parlate di crust “ingentilito” se volete, di esempi ce ne son sempre di più e non c’è da scandalizzarsi ormai) decisamente riuscito e ben suonato. Questo secondo full-length, dall’altisonante titolo Suffocating In The Swarm Of Cranes, riprende quanto di buono fatto in passato, sviluppando però la componente postcore e integrandola con elementi mutuati da quel black metal atmosferico in stile Altar Of Plagues che in questi anni sta strappando sempre più consensi. Il pensiero corre facilmente ai conterranei Planks, ma la band di Ralph Schmidt con l’ultimo Funeral Mouth ha voluto puntare molto più sulla melodia e sulle derive dark-wave, mentre i Downfall Of Gaia restano più saldamente ancorati al post-hardcore rabbioso di stampo Fall Of Efrafa. La band inglese viene in mente soprattutto ascoltando il timbro vocale disperato (invero piuttosto monocorde) che accompagna i brani, ma in generale è facile ritrovare nella band di Amburgo lo stesso gusto per l’epos che contraddistingueva i momenti più tragici di Elil o Inlè, o ancora i Light Bearer.
Insomma, la solita roba, starete pensando. Ma non è proprio così. Gli amanti dei gruppi già citati staranno già gongolando, tuttavia Suffocating In The Swarm Of Cranes non è un album “per soli appassionati”, bensì un disco suonato davvero bene e con cognizione di causa, composto da un lotto di pezzi efficaci e ottimamente strutturati. Prendiamo ad esempio “Beneath The Crown Of Cranes”: melodie malinconiche, furiose cavalcate di blast-beats scandinavi con chitarroni taglienti al seguito e di nuovo aperture atmosferiche. Un pezzo così l’abbiamo sentito un sacco di volte anche solo in questo 2012, ma il punto è che i Downfall Of Gaia quello che fanno lo sanno fare dannatamente bene, e il risultato si lascia apprezzare, eccome. Il brano in questione risulta comunque essere il peggiore della tracklist, proprio per questa sua prevedibilità, ma ascoltando pezzi come “Giving Their Heir To The Masses”, “I Fade Away” e “In The Rivers Bleak” non riusciamo davvero ad esprimere un giudizio negativo. Si tratta di pezzi lunghi, tutti sopra gli otto minuti di durata, ma la bontà delle composizioni scritte da questi quattro tedeschi riesce a non rendere pesante un disco che, per quanto dotato di momenti di emotività davvero alta, dura di fatto un’ora.
Forse Suffocating In The Swarm Of Cranes non reggerà alla prova del tempo. Il “mercato” è quasi saturo di opere di questo tipo, e si sa quanto certe sonorità che magari oggi sono molto apprezzate domani potrebbero essere già dimenticate. Tuttavia, quando un disco è bello lo è anche al di là delle mode, e questo è il caso. Diciamo di più, questo album potrebbe quasi essere il “riassunto” di quanto è stato fatto in questo campo negli ultimi tempi: un disco simile, nel 2013, potrebbe già strapparci sbadigli. Oggi però i Downfall Of Gaia convincono, anche se riusciamo a scorgere in loro meno prospettive d’evoluzione di quanto vediamo ad esempio nei Planks, che quest’anno abbiamo apprezzato molto di più; speriamo che in futuro i Downfall Of Gaia sappiano andare anche oltre, ma per ora ci accontentiamo. Ed è un bell’accontentarsi.
7.0