(Pelagic Records, 2012)
1. Delusions Of Grandeur
2. Fem
3. I Never Felt This Way Before
La bellissima città di Gothenburg, in Svezia, è famosa in campo musicale soprattutto per aver dato il via a quel sottogenere di death metal, detto melodico, che negli ultimi anni ha avuto grandissimo successo. Dalla stessa Gothenburg vengono però anche questi interessanti Ef, quintetto post rock attivo dal 2003 che ha tutte le carte in regole per piacere a molti; non parliamo infatti di una musica arzigogolata e cervellotica, ma anzi di un rock tanto curato quanto delicato ed easy-listening, adatto sia ai palati più fini sia a chi piace semplicemente ascoltarsi “bella musica”.
La base della musica degli Ef sembra infatti essere quel (post?) rock etereo proprio di gruppi nordici, in particolare islandesi, come gli arcinoti Sigur Ròs ma anche i meno conosciuti Lockerbie: questa somiglianza è probabilmente dovuta anche all’uso sapiente di orchestrazioni e fiati, ma si potrebbe facilmente accostare la band anche a grandi creatori di atmosfere (strumentali) come Mono e God Is An Astronaut, se non fosse che gli Ef hanno anche una cantante, che interviene sporadicamente con una voce delicata e sognante molto azzeccata nel contesto generale.
Sebbene siano un nome relegato prevalentemente all’underground, gli Ef sono in giro da quasi dieci anni e questo Delusions of Grandeur è solo l’ultima pubblicazione di una discografia già piuttosto nutrita. Fin da subito, però, l’EP in questione appare perfetto per introdurre nel migliore dei modi una band che magari finora ha sempre vissuto un po’ nell’ombra: in questo campo la capacità di sintesi (o almeno di non annoiare l’ascoltatore) è essenziale, e un lavoro come questo, lungo poco più di venti minuti, è capace di piacere rapidamente, senza troppi sforzi mentali, e farsi per questo ascoltare più volte. E’ molto facile infatti calarsi placidamente nelle atmosfere rarefatte della titletrack, che si regge su una struttura chitarristica semplice e fragile ma capace di conquistare al primo ascolto, mentre ci si lascia cullare da abbozzati arpeggi e soffuse nenie.
Anche gli altri due pezzi proseguono su questo stesso solco, senza magari far registrate picchi d’emotività estrema ma prolungando la dolce sensazione provocata dal primo brano: non siamo infatti davanti a nulla di nuovo, ma ad una musica estremamente gradevole suonata da musicisti che hanno piena conoscenza del genere e sanno muoversi nella sempre più impervia (perché troppo frequentata) strada del post rock con grande consapevolezza dei propri mezzi, forti dell’esperienza accumulata nel corso degli anni. In un panorama così affollato è difficile farsi notare, così come è difficile scovare, al di là dei “grandi nomi”, le realtà più interessanti che possono piacere a chi ama queste sonorità. Gli Ef sono tra queste, e Delusions of Grandeur potrebbe essere il modo migliore per approcciarsi a loro: gli appassionati dunque non esitino, qui c’è personalità e qualità, in un minutaggio contenuto che però dà grande longevità al disco.
6.5