(Xtreem Music, 2014)
1. I Became Flesh And Dwelleth Amongst Trees
2. Exterminate The Vacillating
3. Aethyr
4. Der Einsam Wandler
5. Suffering Comes By My Name
6. Eidolons Of Ash
7. The Hour Of The Great Contempt
8. Wrath Upon The Cursed
9. Lama Sabachtani
10. Serpents Walk As If Human
Dopo sei anni e un cambio d’etichetta, gli Emeth si rifanno vivi con la pubblicazione di un nuovo lavoro dopo il loro Telesis del 2008. Il sound come era da aspettarsi si è pesantemente focalizzato sugli aspetti meramente tecnici e virtuosistici che hanno fatto capolino durante gli anni di attività dei belgi, pertanto dite pure addio alle sonorità Brutal degli esordi e preparatevi ad impattare contro un macigno di technical death metal, esasperata fino allo stremo e a dirla tutta anche un po’ noiosa.
Gli Emeth del 2014 sono più che sicuri dei loro mezzi, e quasi ce ne fosse bisogno ci presentano in 10 tracce tutte le abilità in loro possesso. Ora, senza nulla voler togliere alla qualità dei suoni e alle capacità tecniche dei musicisti coinvolti, ci vien da dire che Matty Dupont (tra l’altro ex-Aborted ed ex-Agathocles) stavolta non ci abbia proprio preso. Già dai lavori precedenti come ad esempio Telesis o Insidious si poteva notare un calo qualitativo in fase di songwriting, nonché oltretutto la solita presenza di svariati elementi che di volta in volta facevano storcere il naso (ad esempio scelte vocali, di equalizzazioni e varie altre) ma con Aethyr il caso si differenzia. Voce profonda che si adegua alla perfezione ai pezzi, suoni splendidi, capaci di valorizzare sia le intricatissime (e frequenti) parti soliste nonché i mid-tempo con il loro spessore sonoro che ogni tanto fanno capolino. Il difetto dunque? Ebbene il difetto sta proprio nell’amalgama di questi elementi. Purtroppo essere tecnici non è una qualità sufficiente e purtroppo durante l’ascolto, nonostante si rimanga esterefatti dai virtuosismi proposti si cade nella noia di un ascolto in cui spesso e volentieri le sezioni dei brani paiono staccate e incollate tanto per. Un esempio su tutti è la prima traccia “I Became Flesh And Dwelleth Amongst Trees”, con la sua partenza che richiama gli Obscura, salvo poi rovinarsi immediatamente con un stacco in palm muting estremamente poco azzeccato, poi continuare a velocità folli con inserti solisti che mal si adeguano al brano stesso.
Insomma, se siete degli amanti della tecnica fine a se stessa siete pur invitati a dare un ascolto a questo lascito dei belgi, ma se la composizione di un brano vi risulta indispensabilmente sensata allora tornate a spolverare i dischi dei Necrophagist o dei già citati Obscura.
6.0