(ToReact Records)
1. Words to End
2. Inner Memories
3. The Truth Is for Sale
4. Frail Reality
5. Reflection
6. Resistance
7. My Fault
8. Still Nothing Inside
9. Thoughts Killed My Sleep
10. The Final 24
11. Eye
Non può che far piacere il fatto di poter segnalare l’ingresso sul mercato di una nuova, italianissima etichetta: la ToReact Records. Nata nel 2011 come compagnia parallela alla Indelirium Records (Straight Opposition, Jet Market, Orange Man Theory), la label si appresta sin da subito a pubblicare le nuove fatiche di alcune fra le più interessanti realtà metalcore italiane: i Within Your Pain e, appunto, i milanesi Forgotten Tears. Doppio debutto in questo caso, perchè la band, formatasi nel 2005, arriva dopo anni di gavetta sui palchi italiani alla pubblicazione del suo primo full length, “Words to End”. Il genere proposto, in linea con le intenzioni dell’etichetta discografica, è un metal moderno, veloce e nettamente influenzato tanto dal deathcore di band quali All Shall Perish quanto dalle parti melodiche a là As I Lay Dying. La qualità della registrazioni è come al solito alta e adatta alla tradizione alla quale, anche in Italia, le band emergenti ci hanno ormai abituato. Insomma: ben suonato, ben prodotto, ben promosso, eppure? Eppure siamo alle solite.
Se da una parte è vero, e si sente, che i cinque milanesi ci sanno fare a livello tecnico e non si possono certo notare sbavature in fase di produzione; se è verissimo che i vari brani hanno una struttura solida e compatta che non sfigurerebbe affatto al confronto con colleghi di oltreoceano (sentite l’incedere potente e bellicoso della strumentale e conclusiva “Eye” per credere), è anche vero che aleggia l’ombra del già sentito. Buone sono le intuizioni volte a sviluppare un sempre maggiore uso dell’elettronica, che fa capolino di tanto in tanto andando a comprimere le voci o a introdurre pacatamente l’esplosione di bombe sonore come “Thoughts Killed My Sleep”. Interessanti anche i cori posti ad un ideale termine per i riff, groovy quanto basta. Riff che, peraltro, dal vivo devono certamente regalare un effetto molto più d’impatto che su disco. Insomma, le qualità ci sono, ma manca un po’ di personalità che faccia sì che, al di là della partenza veramente valida e massiccia, il livello d’attenzione dell’ascoltatore medio si mantenga alto durante tutta la durata del disco. Perché, per quanto bravi e convincenti nella propria nicchia di mercato, se si allarga un po’ l’orizzonte si scopre che di band talentuose tanto quanto i nostri Forgotten Tears ce ne sono molte. E spiccare non è facile. Promossi sulla fiducia (che il prossimo disco riveli maggiori elementi distintivi).
Voto: 6,5