(Lo-Fi Creatures, 2011)
1. Conquistatori Del Sole
2. Gioventù Di Ferro
3. Nero Settembre
4. Legionario
5. Rinascita
6. Alla Frontiera
7. Legionari
8. Solstizio Di Sangue
9. Trieste Chiama
10. Sol Invictus
Non lasciano spazio alcuno alle interpretazioni riguardo i contenuti della propria musica i Frangar, black metal band novarese (in cui militano membri di Forgotten Tomb e Hiems) fresca di pubblicazione del nuovo Bulloni Granate Bastoni via Lo-Fi Creatures. Il nuovo album infatti è un chiaro manifesto con il quale la band si rende portavoce degli ideali futuristi della prima metà del Novecento, e lo fa con estrema devozione ed oltranzismo. Un prodotto chiaramente destinato ad un pubblico altrettanto devoto agli stessi ideali di estrema destra, ma invitiamo ad un ascolto attento e privo di “sentimento politico” anche coloro i quali coltivano ideali ben diversi da quelli della band, data la validità di un prodotto come questo Bulloni Granate Bastoni.
Lo stile dei Frangar è variato notevolmente rispetto a quanto fatto col precedente lavoro in studio Totalitarian War, uscito quattro anni fa: il combo novarese unisce sapientemente una forte vena punk ad un black metal dai connotati simili a quelli dei primi Enslaved, dove convivono marcate tendenze thrash e death (queste ultime in modo minore), approdando anche in territori black’n’roll-oriented a là Darkthrone nella traccia di chiusa “Sol Invictus”. La costruzione dei brani è ben congeniata e non troviamo cali di mordente che pregiudichino la qualità degli stessi e la capacità di coinvolgere l’ascoltatore. Tutto ciò avviene grazie ad un riffing dinamico ed ispirato, coadiuvato dalla presenza di sfuriate veloci e pesanti alternate a ritmiche andanti, capaci di donare al contempo “tiro” e respiro alle composizioni. Il disco scorre fluidamente, ed i suoi quarantasette minuti di durata (il brano di chiusura dura ben dodici minuti: dopo la fine del brano vero e proprio, seguito da alcuni attimi di silenzio troviamo un lungo outro al disco) non sono affatto duri da digerire. I Frangar in sostanza non dicono nulla di nuovo a livello compositivo, riescono però a trovare una loro personale ricetta al genere, plasmando un sound riconoscibile all’interno di una scena (quella black) ben popolata, seppur povera di realtà efficaci ed innovative.
Menzione particolare alle liriche e all’artwork: le prime, cantante totalmente e fieramente in Italiano dal frontman “Il Colonello”, sembrano uno strumento di propaganda degli ideali di cui sopra. Una scelta molto coraggiosa, data la sensibilità del pubblico e la luce in cui vengono poste certe idee politiche. Curioso che nel booklet non vengano riportate, bensì proposte durante le esibizioni live della band in fogli piegati a giornale e distribuiti al pubblico da “Il Colonello” stesso. L’artwork, di pregevole fattura sebbene il logo della band e il titolo riportati in copertina siano realizzati in maniera un po’ piatta rispetto al resto del lavoro, che è stato curato da un artista (che ha contribuito ai disegni di cover e booklet), insieme ad un fotografo e alla band stessa. All’interno del booklet, come dicevamo precedentemente, non sono riportati i testi dei brani, bensì frasi d’effetto in linea col pensiero politico dei Frangar.
Alla luce di tutto Bulloni Granate Bastoni è un album valido e ci dona un quadro preciso sullo stato di forma del combo novarese. Se coltivate gli stessi ideali della band o se siete in grado di ascoltare un disco politicamente schierato senza pregiudizi allora questo è il disco che fa per voi, altrimenti lasciate perdere.
7