Il secondo album degli americani From Dark si apre con un intro di piano che, mano a mano, finiremo per ritrovare qua e là durante l’album, nonché al termine del disco stesso, come a voler chiudere idealmente la cornice. Il che, tutto sommato, fa ben sperare che valga appunto la pena di “incorniciare” questo album.
Il quintetto di Phoenix, Arizona, si cimenta in un esperimento di ricerca per la ideale via di mezzo fra il metalcore di più smaccato (e nuovo) stampo americano e i passaggi rallentati di quello che viene oggigiorno chiamato post-hardcore. Via via che le tracce scorrono, infatti, si possono ravvisare vari spunti, tanto tendenti alle influenze metal dell’album (come, ad esempio, il riuscito cantato in screaming) quanto a quelle “post”. Sono rappresentativi, in questo senso, i frequenti stacchi d’apertura che, oltre a dare respiro all’ascoltatore concedendogli una tregua rispetto ai più serrati ritmi in terzine, contribuiscono a far tornare alla mente i signori incontrastati in questa che potremmo considerare una vera e propria tecnica di composizione dei pezzi: sue maestà i Deftones. E, ovviamente, con essi, l’intera e folta schiera di gruppi a loro succedutisi di volta in volta.
Il prodotto, quindi, non è dei più facilmente assimilabili, e le influenze metalcore succitate contribuiscono a fare di questo lavoro, contemporaneamente, sia il fattore di svolta, che il suo principale punto debole. Se da un lato, infatti, il ricorso a ritornelli più “easy listening” ed a punti fermi del genere (come l’ormai imprescindibile uso ed abuso di terzine e ritmi stoppati) porta il gruppo su territori più ampi e decisamente più mainstream, dall’altro il tutto rimane sempre e comunque un ibrido. Che, a dirla tutta, può essere sfidato e battuto con relativa tranquillità da molti dei dischi usciti in precedenza e capaci -sbilanciandosi di più o di meno a seconda dei casi- di centrare maggiormente il segno. Non che i vari brani che compongono questo “The Illusion of Color” siano mal costruiti o altro. Solo che sull’argomento è già stato scritto ed enunciato più o meno tutto, e dunque ciò che esce oggi ha bisogno di ben altre armi per riuscire a sorprendere.
D’altra parte, la band è giovane e l’esperienza potrebbe aiutarla a migliorare e personalizzarsi. Per adesso, invece e purtroppo, rimangono impigliati nel gorgo della mediocrità.
Voto: 5