(Lo-Fi Creatures, 2012)
1. De Bello Heroica;
2. Inno a Marte;
3. Funera Edo;
4. Impeto e Tempesta;
5. Si Vis Pacem Para Bellum;
6. Assalto;
7. Tronus Luporum
I riminesi Funera Edo nascono in via embrionale nel 2005 e approdano nel 2011 all’etichetta parmense Lo-Fi Creatures (Caronte, Abaton e Whiskey Ritual fra i più conosciuti) in occasione di Dolore Iconoclasta, split con gli Inner contenente il concept originariamente intitolato Malleus Christianorum. Fra un cambio di formazione e l’altro, ad Aprile risulta completato il primo album ufficiale del gruppo, intitolato De Bello Heroica, che sembra definire definitivamente il tipo di sonorità e di composizioni a cui i sei riminesi aspirano.
Se guardando la copertina di stampo futurista sorge qualche dubbio relativo alle influenze dei Funera Edo, già dalle prime note di De Bello Heroica i nostri dubbi non fanno che trovare conferma: con un artwork che rimanda così palesemente ad Vltra, l’ispirazione principale non poteva che giungere dagli Spite Extreme Wing di Argento, gruppo quanto mai sopravvalutato e scioltosi poco dopo l’uscita dell’album prima citato. Personalmente ritengo sia un pessimo biglietto da visita, ma lascio da parte i pregiudizi iniziali e proseguo con gli ascolti. Tutto il disco suona un black metal che vorrebbe essere esattamente come quello del gruppo di Argento e ci va assai vicino, magari buttando qua e là (“Assalto” o “Impeto e Tempesta”) vocals in pulito, linee melodiche e passaggi più epici vicini agli Janvs, ma la sostanza cambia davvero poco, ci mancherebbe giusto qualche riferimento a Evola e gridare al plagio sarebbe un eufemismo. Davvero, cosa dire di un disco del genere? Tirare in ballo i Darkthrone come influenza potrebbe essere un escamotage, ma il problema di fondo torna subito a galla: qui dentro c’è davvero poca personalità sia che si considerino i riff, sia che si parli di produzione o di artwork (non conosco le liriche quindi non mi esprimo a riguardo). Passino le decine di gruppi-clone di Burzum o degli stessi Darkthrone, ma qui ci troviamo davanti a un gruppo italiano che ne riprende pienamente un altro, che oltretutto è tutt’altro che un gruppo storico o quanto meno memorabile.
Non c’è bisogno di continuare oltre: chi apprezza i due gruppi italiani citati sicuramente troverà pane per i propri denti, ma per chi scrive De Bello Heroica è un album poco più che derivativo, destinato a perdersi assai velocemente nei meandri più remoti dell’underground.
4.0