Un week-end metal per la Romagna. Dopo la data dei Chimaira la sera del Venerdì Santo cristiano al Rock Planet di Pinarella, e dopo un sabato in compagnia dei Dillinger Escape Plan al Vidia Club di Cesena, ci aspetta questo “Unholy Easter Massacre” al bar Picchio Rosso di Cesena. Serata notevolmente più intima delle precedenti, ma comunque degna di rispetto (poiché organizzata letteralmente “dal basso”, con la fatica e l’impegno delle singole band, senza contare su promoter né pubblicità alcuna), nonostante venga aperta in netto ritardo rispetto a quanto reso noto sul volantino. Dalle 20:30, infatti, si passa alle 22:00 circa, con buona pace del pubblico già accorso.
I primi a scendere in campo sono i Few Looks to Hate, provenienti appunto da Cesena, con un demo (registrato allo Studio73 di Ravenna) in procinto di essere “sfornato”. Il genere proposto è un death-metal influenzato talvolta dal metal-core, altre da stacchi mosh o da assoli di chitarra molto veloci e dinamici. E’ indubbia la capacità tecnica dei componenti, un po’ meno positivo, invece, è il risultato che ne fuoriesce. A causa dei suoni (non eccelsi, a dire dalla verità), di diversi problemi tecnici (comunque imputabili ai fonici dato che caratterizzeranno l’intera serata), e del luogo (praticamente un capannone…non proprio il massimo per l’acustica), il risultato è un impasto sonoro. Avendoli già visti in azione, posso però tranquillamente confermare che, in condizioni migliori, sanno fornire un grande spettacolo al proprio pubblico.
Dopo circa 20 minuti, salgono sul palco i Jolly Black Sins, ancora da Cesena, già conosciuti alla nostra webzine tramite la recensione del loro primo demo “Just For You”. Da allora, però, la formazione è leggermente cambiata, con l’aggiunta di un chitarrista (Leo, l’organizzatore vero e proprio della serata) ed il cambio del bassista. Con loro il problema dei suoni aumenta, essendo presente l’elemento della tastiera. Nonostante ciò, propongono vecchi e nuovi pezzi (in ogni caso, ovviamente, ri-arrangiati per via dell’aggiunta della seconda chitarra) dimostrando di saperci fare. Che dire, se non che ci si aspetta di vederli sempre più attivi in sede live con pezzi nuovi da poter al più presto registrare?
Ed infine gli headliner della serata, signore e signori, i Godless Crusade da Vicenza. Forti dell’esperienza guadagnata in questi anni toccando, conquistano subito la fetta di pubblico giunta lì per loro. Il genere proposto, ovviamente, è un death-metal influenzato da venature black che attinge a piene mani dai gruppi storici della scena. I pezzi, prevalentemente estratti dall’unico album uscito fin ora (“Dawn Of The Last Day”, per TDON Records) si susseguono veloci, e con una buona resa dal vivo, se si tengono a mente ancora una volta i problemi tecnici della serata. Il pubblico si mostra mediamente partecipe e (come ci riveleranno gli stessi Godless Crusade nell’intervista concessaci dopo il concerto) più movimentato rispetto allo standard del Nord-Italia da cui vengono. Se si tiene in conto il fatto che il chitarrista sia appena stato assoldato, ad appena un mese dall’abbandono del membro originale della formazione, si può capire come quello proposto sia stato uno spettacolo di alto livello che ha potuto riscaldare il pubblico presente nonostante il freddo quasi polare della serata.
Un ulteriore applauso va all’organizzazione della serata, meritevole di aver portato un buon numero di pubblico, al di là dei concerti “internazionali” proposti solo da chi può permettersi monetariamente di organizzarli.