(Century Media Records, 2012)
1. All Rise!
2. Bow Down Before the Blood Court;
3. There Shall Be No Acquittance;
4. Veredictum Sanguis;
5. Behead The Defence;
6. Grand Justice, Grand Pain;
7. Fed To The Boars;
8. Circus of Mass Torment;
9. Public Castration;
10. Piled Up for the Scavengers;
11. … And Thus the Billions Shall Burn
Cosa potrebbe succedere se 3/4 degli Asphyx di Deathhammer si fondessero con il loro chitarrista storico, quello che ha scritto album seminali come The Rack e Last One On Earth? La risposta sono i Grand Supreme Blood Court. La formazione spaventosa che li contraddistingue, autrice di alcune delle uscite cardine del death/doom, potrebbe già essere una garanzia per la riuscita di questo progetto, ma se vi fossero ancora dei dubbi questi vengono spazzati via senza riserve dall’ascolto di Bow Down Before the Blood Court, uscito il mese scorso per Century Media Records.
Abbiamo già detto chi compone i Grand Supreme Blood Court, vero? Bene, per quanto mi riguarda la recensione potrebbe tranquillamente concludersi qui con un voto alto qualsiasi che andrebbe comunque bene. Ma per dovere di cronaca mi vedo costretto a dire qualcosa di più su quest’uscita inaspettata. Se apprezzate le uscite post – reunion degli Asphyx, Death… The Brutal Way e Deathhammer, avete già fatto la maggior parte del lavoro: la componente principale di Bow Down Before the Blood Court infatti si può riscontrare benissimo anche in quei due album, quindi brani massicci e violenti che si alternano a rallentamenti da antologia, su cui spicca come sempre il modo di cantare al limite dell’asmatico di Van Drunen. Come resistere quindi all’incedere di una “Veredictum Sanguis”, alla violenza di “Behead the Defence” o alla pesantezza del ritornello di “Bow Down Before the Blood Court”? Non si può. Soprattutto se si hanno in mente brani epocali come “Scorbutics”, “Deathhammer” o “Reign Of The Brute”. Il valore aggiunto però sta nei rallentamenti di Eric Daniels, il figliol prodigo ritornato all’ovile, che, senza nulla togliere al modo di comporre dell’attuale chitarrista degli Asphyx (Paul Baayens, che a Daniels deve tantissimo), riesce a donare a tutto il disco un andamento più doomish e meno in-your-face rispetto a un Deathhammer. Culmine di tutto questo è la conclusiva “…And Thus the Billions Shall Burn”, il brano più lungo e lacerante di tutto il disco che riporta a “As The Magma Mammoth Kisses”. Peccato solo che il lavoro di Dan Swano non sia stato fra i migliori, i suoni avrebbero dovuto essere meno impastati per favorire ancora di più la potenza del lavoro dei chitarristi.
Inevitabile paragonare Bow Down Before the Blood Court all’ultima uscita della band “madre”, in una battaglia serratissima che vede comunque vincere Deathhammer, seppur di poco. Sarebbe bello, e da fantascienza probabilmente, rivedere nuovamente Eric Daniels nelle fila degli Asphyx per sentire l’apporto che potrebbe ancora regalare al gruppo di Van Drunen. Per ora ci accontentiamo senza alcun problema dei Grand Supreme Blood Court.