(Non Serviam Records, 2011)
1. Blessed in Lava
2. Monastery
3. Relentless Infamy
4. The Demented God
5. My Wolf Legacy
6. Tale of the Navigator
7. Diabolical Kingdoms
8. Rebirth
9. Last World
Ennesima band black metal pagana, ennesima riproposizione di quanto sentito da quindici anni a questa parte.
I francesi Griffar sono un gruppo presente sulle scene da oltre dieci anni ma è col presente full length Monastery che arrivano ad esordire per la Non Serviam Records. La miscela adottata? Ampissima e costituente un black metal ibrido dove le influenze sono davvero molte. La titletrack per esempio presenta contaminazioni di matrice thrash metal, che in certi punti fanno proprio ricordare i Kreator, abbinate poi ad un pizzico di hard rock, anche solistico, che tanto è caro a band come Impaled Nazarene. “The Demented God” invece offre elementi pagani abbinati alle sempre verdi tematiche mitologiche sulle quali gli Enslaved, dal capolavoro assoluto Eld ad oggi, continuano a dettar legge per il settore in questione. Il resto dell’album persiste nel riproporre tutti i cliché definenti il genere black metal attuale nella sua interezza, sia da un punto di vista compositivo che lirico e ciò con riferimento allo speed metal di scuola Marduk, all’attualissimo Black n‘ Roll, ai rallentamenti carichi di odio e pathos, come in “Relentless Infamy” o “Diabolical Kingdoms”, che vedono spiccare su tutti il nome dei Dimmu Borgir (quelli non recenti ovviamente).
Mai un attimo di tregua, mai un secondo di respiro o speranza e, per quello che ci riguarda, mai un momento in cui la band possa dare l’impressione di possedere un’identità propria definibile. Certo, stiamo parlando di un disco d’esordio per nulla deludente, a parere del recensore, che farà scuotere la testa ai non pochi amanti delle sonorità in questione, ma da qui all’appartenere alla cerchia elitarissima del pentacolo nero spiccante dalla massa informe standardizzata, la strada non sarà poca.
6.0