E’ Natale: l’Apocalisse non è arrivato. Delusi, miei cari grinders? Poco male: abbiamo, come sempre, la nostra musica zozza che tanto ci piace a farci compagnia e, per l’occasione, può essere un’ottima colonna sonora sostitutiva di cadute di meteoriti, alieni e ricandidature berlusconiane (eh??). In merito a tutto ciò (?), la chiacchierata sotto l’albero di quest’anno tocca ad un ragazzo di Padova, Matteo Guerra: si tratta del proprietario di una delle underground labels più attive del panorama italiano, la Grindpromotion. Sì, è decisamente raro che una ‘zine, piuttosto che un cartaceo specializzato, intervistino produttori o gestori d’etichette: i protagonisti che più danno nell’occhio, ovviamente, sono sempre le band; ma, soprattutto negli ambiti più ‘sotterranei’, un ruolo fondamentale e piuttosto simile all’iter di qualsiasi gruppo, per etica sacrificale e lavorativa, ce l’hanno quei personaggi, sovente ignoti, che si nascondono dietro quel loghino disperso da qualche parte nel booklet del cd o del vinile di turno. Per tanti gruppi alle prime armi, approdare ad un’etichetta può, un po’ ingenuamente, sembrare un punto d’arrivo, il momento buono per tirare i remi in barca e pensare – si fa per dire… – ‘solo’ alla musica: in verità non è così; sovente è solo un aumento di responsabilità con la finalità (e la possibilità concreta) d’ottenere qualcosa di più. Comunque, quest’intervista non vuole ambire ad essere né un tutorial su come accalappiare o approcciarsi ad una underground label, né un manifesto di saccente arroganza su come funzionino le cose nella ‘stanza dei bottoni’, bensì un omaggio ad un ragazzo – il buon Matteo – che sta dando letteralmente anima e corpo per la fantomatica, empirea , perennemente criticata e bistrattata ‘scena estrema italiana’, nonché un momento per curiosare e – pourquoi pas? – riflettere sull’operato di chi così tanto offre di sé alla Musica che amiamo.
Ciao Matteo! Benvenuto su Grind on the Road. Come vanno le cose?
Ciao Glauko! Un caloroso saluto a te e a tutti amici di Grindontheroad. Qui tutto bene, grazie; sempre super impegnato ma non mi posso lamentare, anzi!
Sono piuttosto sicuro del fatto che la tua sia, in assoluto, una delle etichette underground italiane più impegnate ed attive; potresti raccontarci com’è nata Grindpromotion?
Grindpromotion è nata nel 2008 ed inizialmente, per i primi mesi, era “soltanto” un portale dedicato interamente al grindcore, dove venivano pubblicate recensioni, eventi live, mp3 ed interviste di band italiane e non. Avevo creato questo portale come “punto” di riferimento per tutti gli amanti del genere e ti devo dire che con mia grande sorpresa avevo riscontrato un buon numero di visualizzazioni giornaliere e un discreto seguito anche fuori dall’Italia. Sostanzialmente le band mi mandavano il loro materiale e io le pubblicizzavo in cambio di qualche cd per la mia piccola distro; ma un bel giorno mi scrisse il Capro (batterista dei Diorrhea – grind band di Fano, PU; ndR) e mi chiese se volevo co-produrgli il loro debut album B-XVI e io gli risposi subito di sì e, da lì, quasi per gioco, iniziò il tutto.
Cosa t’ha spinto a creare Grindpromotion? Come, sovente, le band hanno influenze musicali da cui attingere, hai avuto anche te qualche modello d’ispirazione?
Mi ha spinto la voglia di dare più visibilità possibile a delle band italiane che ritenevo e ritengo tutt’ora molto valide e interessanti e che, secondo il mio punto di vista, non hanno niente da invidiare a band internazionali più rinomate. Modelli? No, niente modelli: l’amore per il grindcore è stata la mia unica ispirazione.
Per molti giovani musicisti l’avere il marchio d’un’etichetta sul retro del cd/vinile è una grandissima ambizione; dietro, però, questo semplice logo che appare con discrezione sui vari supporti musicali, si nasconde un grande lavoro. Pochissime persone – non solo semplici ascoltatori; spesso i musicisti stessi – sanno cosa significhi dedicarsi ad un’etichetta underground: cosa significa tutto questo per te?
Significa molta passione e tanti sacrifici: senza di questi non si va da nessuna parte.
Conosci personalmente tutte le band con cui hai lavorato? Quali sono le tue preferite?
Certo: conosco tutte le mie band personalmente e mi sono sempre trovato benissimo con tutti, sia a livello lavorativo, sia personale. Produco quello che mi piace, per cui non ho delle preferenze particolari. Le mie band sono tutte fantastiche e tutte meritano il meglio.
C’è qualche band che sogneresti di produrre?
I Nasum, ma non esistono più, per cui il mio sogno resta irrealizzabile.
Qual è il feedback di Grindpromotion all’estero ed in Italia? Hai rapporti particolari con certe etichette? E con la ‘clientela’? Anche tu, negli ultimi anni, senti gli effetti dell’onnipresente crisi?
Grindpromotion viene distribuita praticamente in tutto il mondo: dal Sud America al Giappone, dagli U.S.A. alla Russia, dalla Svezia al Sud Africa e in tutto il continente europeo. Ho instaurato dei buonissimi rapporti con molte label (che non ti sto ad elencare perché sono infinite) sia a livello lavorativo, sia personale. Ho una clientela abbastanza varia perché la mia distro spazia molto nei generi estremi, ed è anche grazie alla professionalità delle label con cui collaboro che mi permette di avere molta varietà di titoli attraverso lo scambio di produzioni. La crisi, purtroppo, si è fatta sentire anche nell’underground, soprattutto nel nostro Paese, ma, grazie all’estero, riesco a sopperire alle discrete vendite che si fanno in Italia.
A proposito di crisi e questioni economiche… all’estero un discreto numero di persone riesce a campare – ovvio, magari senza vite da nababbi, ma con dignità – con il D.I.Y., reggendo un’etichetta underground: com’è per te la situazione? Sei totalmente dedicato a Grindpromotion o svolgi qualche altra attività?
Potrei elencarti innumerevoli “agevolazioni” fiscali e non che hanno le label D.I.Y. nate al di fuori del nostro Paese (esempio: Germania), ma sarebbe un discorso infinito e noioso. Molti campano, io no. Lavoro, vivo da solo e Grindpromotion è il mio secondo lavoro, la mia passione: non riuscirei a stare senza. Ci dedico le mie serate, le mie notti, ma a livello finanziario non mi darebbe la stabilità economica di un lavoro fisso e retribuito costantemente. Grindpromotion va bene, sta bene, ma una volta si potevano fare soldi vendendo dischi; ora ti togli “solo” delle belle soddisfazioni.
Vieni dall’area di Padova: da quelle parti, con una puntualità pazzesca, almeno due-tre volte al mese, ci sono concerti che coinvolgono band internazionali in ambito grind, hardcore, punk, death, thrash e affini… Penso sia proprio una piccola isola felice per l’amante medio del caos in musica… Spiegaci il segreto dietro tutto questo!
Si, Padova ora è un’isola felice: chi l’avrebbe mai detto? Fino ad un paio di anni fa c’era calma piatta a Padova e dintorni. Si dovevano macinare chilometri per vedersi qualche concerto “estremo” dignitoso, ma da un anno a questa parte la musica è cambiata in tutti i sensi. Sembra sia scesa un’astronave aliena piena di esseri viventi che amano, vivono e supportano la musica estrema. Il segreto? La voglia e l’entusiasmo della gente, un locale che ce lo permette e due miei cari amici, Sica (batterista dei groovy-grinders Sposa in Alto Mare, nonché gestore dell’etichetta/booking agency Gusto Rana; ndR) e Mirco (cantante degli Eat You Alive, che già GOTR ha recensito, nonché proprietario dell’etichetta core oriented Here and Now Records; ndR), che si sbattono alla grande per portare delle band eccellenti a Padova.
Parlaci delle uscite Grindpromotion degli ultimi sei mesi e, se non andiamo a toccare ambiti troppo top secret, di quelle che dovrebbero uscire nei prossimi sei mesi…
E’ stato un anno super che mi succhiato la vita oltre che ai soldi nel portafoglio (ride; ndR). Jesus Ain’t In Poland, O e Ape Unit sono state le mie tre produzioni di punta e tutti e tre i dischi stanno andando benissimo: ne sono molto orgoglioso. Oltretutto, sia i Jesus Ain’t In Poland, sia gli Ape Unit suoneranno all’Obscene Extreme Festival 2013 e la cosa mi riempie ancora più di gioia. Tutti e tre i dischi, anche se molto diversi tra di loro, rispecchiano pienamente i miei gusti musicali e soprattutto, nel caso degli O e dei Jesus Ain’t In Poland, subentra anche un valore affettivo, visto che sono amici da anni. Nell’ultimo periodo ho prodotto anche il 12” agli Humus e il 10” Mesrine/Sposa In alto Mare per concludere l’anno in bellezza. Per l’anno prossimo è già certo il nuovo full dei Repulsione che uscirà in primavera in formato 12”. Le altre uscite non si possono dire…
Ok! Grazie per il tuo tempo e la tua disponibilità. In bocca al lupo per ogni cosa che ti sta a cuore! Concludi come vuoi… Keep on grinding!
Grazie mille a Grind On The Road per l’intervista e per supporto!
Stay Grind or Die!