(Doomentia Records, 2014)
1. Fulfill The Curse
2. The Eyeless Horde
3. A Decay Of Mind And Flesh
4. The Haunted Ossuary
5. I, Devil Master
6. Catacombs Of The Graceless
7. Abode Of The Grotesque
8. Instruments Of Eternal Damnation
9. Chasm Of The Wraith
10. The Creeping Flesh
11. Monuments Of Misery
La creatura doom / death di Lasse Pyykkö è stata più attiva che mai in questo 2014. Il recente contratto con Relapse Records, che ha pubblicato l’ottimo Effigies Of Evil nel 2012, ha permesso agli Hooded Menace di farsi conoscere da un pubblico sempre più ampio e di suonare su palchi sempre più prestigiosi. Nonostante questo, la band finlandese sembra essere rimasta coi piedi saldamente piantati per terra, legata ad una filosofia marcatamente underground soprattutto per quanto riguarda la pubblicazione della propria musica.
La discografia degli Hooded Menace comprende, oltre ai ben noti tre full-length, un consistente numero di EP e split, condivisi con colossi quali Asphyx e Coffins. Gloom Immemorial, uscito a fine 2014 per Doomentia Records, ha proprio l’obbiettivo di racchiudere tutte queste uscite minori in un’unica, corposa raccolta. Un’uscita per pigri, si direbbe. Ma non è proprio così, perché ascoltandolo ci si rende conto che Gloom Immemorial risulta essere più simile ad un full-length che ad una compilation: i brani in tutto sono undici, per un’ora e un quarto di musica, una durata per nulla eccessiva considerato il genere. Inoltre, il livello qualitativo dei brani rilasciati nel corso degli anni dagli Hooded Menace è sempre stato molto alto e la formula di base, al di là di pochi efficaci accorgimenti, non è cambiata troppo. Anzi, ascoltando questo disco nella sua interezza si riesce ad apprezzare ancor meglio come sia maturato il gusto melodico di Pyykkö, visto che la raccolta comprende anche i due bei dischetti da lui rilasciati proprio nel 2014, ovvero l’EP Labyrinth of Carrion Breeze e lo split coi Loss.
Non stiamo dunque parlando della classica uscita per collezionisti: Gloom Immemorial è un disco che ha una sua dignità e certamente ha ragione d’esistere, capace com’è di offrire una panoramica esaustiva e puntuale di cosa sono gli Hooded Menace oggi e cosa di fatto sono sempre stati. Se non conoscete la band può anche essere un ottimo punto di partenza; se invece siete da tempo seguaci di Lasse Pyykkö, potreste comunque decidere di concedervi una bella immersione in quel death/doom di stampo squisitamente old school che da anni questo maestro del Riff propone con personalità e grande inventiva.
7.0