(Relapse Records, 2015)
1. Unending Grey
2. Riverbeds Hewn in Marrow
3. The World Inherited
4. The Chords That Thrum Beneath the Earth
5. Every End Is Fated In Its Beginning
6. The Waves Forever Shatter Upon Our Shores
7. Carried Apart by the Ceaseless Tides
Attivi dal 2011, gli australiani Hope Drone giungono nel 2015 all’obiettivo del primo full-length. Partiti un po’ incerti sul loro percorso musicale, i Nostri hanno trovato una dimensione a loro affine in questo nuovo Cloak of Ash, proponendo un post black come non lo si sentiva da tempo. In questa loro fatica gli echi di mostri sacri come Altar of Plagues si fanno predominanti nella prima ed estenuante “Unending Grey”, lunga oltre ogni misura (venti minuti pieni) ma piena di tutti gli elementi che vorremmo in un genere simile. Vengono descritti freddi paesaggi e malinconiche trame di chitarra struggono l’animo dell’ascoltatore man mano che si procede nell’ascolto. Facile riconoscere il decadentismo degli irlandesi, le fredde atmosfere dei Wolves in the Throne Room e quel meraviglioso senso di oppressione degli immensi Weakling, tutti quanti citati più o meno frequentemente nel platter.
Il problema di questo album, tuttavia, si manifesta purtroppo velocemente. A partire dalla seconda traccia le idee degli australiani sembrano venire meno e così anche le dinamiche della musica proposta. Se la prima traccia può vantare crescendo emotivi di tutto rispetto, il grigio senza fine sembra invece permeare le canzoni a seguire. Non mancano certo ottimi momenti, come in “Every End Is Fated In Its Beginning” o in “The Waves Forever Shatter Upon Our Shores”, ma per il resto ci troviamo di fronte a pezzi quasi monotoni, a metà via tra ermetico post metal e furente black metal, che vivono troppo confinati negli echi di un ottimo passato.
Parliamo di un disco osannato da quasi la totalità della critica underground, ma noi sentiamo di doverci staccare da tali giudizi. Gli amanti delle sonorità sopra citate non faticheranno a digerire e ad apprezzarne il contenuto, ma si accorgeranno ben presto che un’influenza non deve pilotare oltremodo la produzione musicale di un artista. Forse gli Hope Drone sono usciti allo scoperto solo troppo tardi.
6.5