(Standby Records, 2012)
01. Never Trust The Hazel Eyed
02. Sidney Shown
03. Unleash Hell
04. Life After Me Life After You
05. The Blue
06. Bill’s Got Only A Pair Of Queens
07. This Song Plays Suicide
08. Air Raid Siren
09. Firework (Katy Perry cover)
10. The Same Old Fears
11. Icarus (Halfway Across The Sky)
12. Keep Your Hands Off
Post Hardcore, Screamo, Emocore: tanti nomi per altrettante definizioni che spesso e volentieri vengono accostate a realtà che di questi filoni non dovrebbero fare parte.
E’ vero anche che queste definizioni nel 2012 sono totalmente inflazionate, e se per un Emo kid anni ’90 vige l’equazione Emo = Further Seems Forever e Post Hardcore = Poison The Well, per un Emo kid di nuova generazione tali equazioni non hanno motivo di esistere.
In Italia ci sono tante bands realmente emozionali che riescono ad unire l’attitudine hardcore al sentimento, e poi ce ne sono altre, come gli Hopes Die Last, che suonano dannatamente made in USA su perfetto stile Victory Records, e il loro ultimo disco è una conferma sotto questo punto di vista.
Questo Trust No One è un album che parte da una solida base Post Hardcore “sporcata” da interventi elettronici, clean vocals perennemente (e anche fastidiosamente) presenti e una marea di breakdowns (molti dei quali fini a se stessi ) come tanto va di moda ora.
La formula sopra descritta si ripete in tutto l’album e alla lunga stanca e non poco, i pezzi si richiamano fin troppo tra di loro e non riescono ad essere accattivanti: già suonare Post/Metal/Core è un “trend”, se poi si unisce ad esso un uso di strutture del tutto prive di originalità, il risultato non può che essere negativo.
Bisogna tuttavia ammettere che i ragazzi sono degli abili musicisti, la bravura tecnica e la preparazione del combo è fuori da ogni dubbio e anche dal vivo siamo certi che riescono a fare la loro buona figura ma purtroppo questo non basta per far si che un album del genere possa emergere dalla massa per piazzarsi ad un livello superiore rispetto alla miriade di band fotocopia che infesta il mercato discografico metal e affine.
Tutto il disco gode di una buona produzione e pezzi come “Never Trust the Hazel Eyed” e “Bill’s Got Only A Pair Of Queens” hanno un riffing molto dinamico e accattivante, ma sono le immancabili clean vocals cherovinano un lavoro di arrangiamento poi neanche così malvagio, ponendo il combo romano come una copia italiana (versione b side) degli ultimi Underoath.
Brutalità, melodia ed elettronica, fanno degli Hopes Die Last una band moderna, e le coordinate del disco si ripetono nel clichè più classico del metal hardcore di nuova scuola, ed effettivamente a metà ascolto c’è solo una “mossa” mancante: la cover pop brutalizzata in tipico stile Punk Goes Pop (rediviva compilation creata dalla Fearless Records, che sia questa l’ambizione di tante band?).
Eccola arrivare, una cover che non fa altro che rafforzare l’idea di una band, sì preparata, ma totalmente priva di personalità.
(Per quanto possa essere importante, la cover è “Firework” di Katy Perry)
Gli Hopes Die Last non sono gli ultimi arrivati, hanno grande esperienza accumulata sin dagli esordi nel 2004 e hanno alle spalle diversi tour internazionali con apertura a bands di caratura mondiale, ma pare che questo non sia bastato loro per scegliere una strada personale e che non segua il trend del momento.
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