(2013, Blasphemy World Wide / Grindpromotion / Shove Records)
01. Reborn To Die Twice
02. Tears Of Strangers Are Only Water
03. Pornographers Of Violence
04. Celestial Incest
05. Demons Over Demons
06. Revelation Six
07. Please Tom Selleck Drive Me To Hell
08. Baptized In Reverse
09. Anders Suhm
10. Putrefiction
11. The One Who Knocks At Your Door
12. The Size Of The Horn
13. We Who Fuck The Darkness
14. The Glorious Way To Become Ashes
15. I’ll Be Back In Five Minutes With John Titor
16. Abyss Obsessed
17. In The Beard Of Satan
18. Redemption In Slowmotion
19. The Sound Of You Dying
Gli Hungry Like Rakovitz sono un carrarmato. E’ questo l’unico concetto che riusciamo a formulare, terminato l’ascolto di The Cross Is Not Enough. Non che sia una novità, considerata la potenza distruttiva del suo predecessore Holymosh, ma è sempre bello ricevere conferme di questo tipo; soprattutto in casi come questo, in cui c’era molto da perdere, visto e considerato che sarebbe stato un peccato oscurare un gioiellino come quello che i bergamaschi ci hanno consegnato nel 2009. Ma gli Hungry Like Rakovitz non ci tradiscono, anzi, mettono in mostra una coerenza invidiabile, andando ad aggiungere tutto sommato poco alla miscela, ma amplificando ulteriormente tutte le componenti del loro sound, che ci esplode in faccia in tutta la sua pienezza.
E così, non facciamo neanche in tempo a metterci comodi che veniamo trascinati in questa enorme tagliola, triturati da riff dissonanti e carichi di groove, ritmiche epilettiche, urla belluine e molti altri simpatici strumenti di tortura che tanto amiamo. E’ metalcore nella sua accezione più pura, ossia inteso come punto di incontro tra grind, thrash, crust, hardcore, smussato nei contorni e accentuato nelle sue soluzioni più groovy. Si, perché gli Hungry Like Rakovitz non assalgono alla gola l’ascoltatore: piuttosto lo travolgono, lo opprimono, non colpiscono di fino ma si schiantano con tutte le loro forze. Il tutto senza risultare banali o dozzinali. Un’impresa difficile, più di quanto ci si potrebbe immaginare, aiutata dalla scelta di suddividere l’assalto in tanti brevi pezzi, schegge impazzite che non ci danno il tempo di prendere fiato.
E’ musica che non ha bisogno di analisi o spiegazioni, ma di tanti ascolti e soprattutto tanto sudore; per coglierne la sua dimensione completa non basta un freddo ascolto su disco, bisogna viverla, e in questo senso l’esperienza live diventa una componente inscindibile del sound band bergamasca. Gli Hungry Like Rakovitz non hanno inventato niente, questo è indubbio, ma The Cross Is Not Enough resta un album divertente, ben suonato, che sembra quasi essere stato composto appositamente per essere riproposto poi dal vivo. Inoltre, una nota di merito per quanto riguarda la produzione, nitida e perfetta per il genere, e la copertina, ancora una volta davvero notevole (com’era già accaduto per il precedente Holymosh). Insomma, ci sono diverse ragioni per procurarsi questo disco: fatelo, e state sicuri che, quando capiteranno dalle vostre parti, andrete senz’altro a vedere un live degli Hungry Like Rakovitz. Piacevole conferma.
7.0