(Code666 Records, 2015)
1. From Palaces of the Hive
2. Abyssal Gods
3. Dead Heaven
4. Celestial War Rape
5. Opposing Holiness
6. Krokodil
7. Twins
8. Vatican Lust
9. Black Psychedelia
10. Metropolis
Formazione newyorkese sulle scene dal 2008, gli Imperial Triumphant ad oggi hanno pubblicato una serie di EP in maniera più o meno indipendente e giungono ora al secondo album. Abyssal Gods esce per la Code666, che precedentemente ha pubblicato una compilation con brani pescati da varie produzioni passate della band, un ottimo mezzo per far conoscere gli Imperial Triumphant e preparare il pubblico a questo loro ultimo lavoro.
Non è rimasto praticamente niente del passato black metal degli statunitensi, ma a parte questo in Abyssal Gods c’è un po’ di tutto: inserti di pianoforte e altri strumenti classici, cori più o meno polifonici, noise di varia natura, synth e naturalmente gli strumenti standard per quanto riguarda l’ambito metal. Definire quindi uno stile preciso non è dunque cosa semplice, il sound generalmente verte per lo più su un moderno death metal sporcato, anzi forse è più corretto usare il termine “imbrattato”, da elementi eterogenei che ne imbastardiscono il suono e che rendono il tutto molto barocco e kitsch.Utilizziamo questi due termini per sottolineare che ci troviamo ad ascoltare un marasma bello grezzo che manca totalmente di potenza, straricco di particolari che sono appendici inutili e pesanti e che rendono noioso questo lavoro dalla prima all’ultima traccia. Non possiamo definire il risultato “peculiare” nel senso più positivo del termine, il disco è un’accozzaglia caotica di spunti dei quali è difficile cogliere il senso, com’è difficile è comprendere dove gli Imperial Triumphant vogliano andare a parare; forse una ricerca sperimentale ci sarà anche stata, ma non tutte le ciambelle escono con il buco. Il livello tecnico è sicuramente alto, ogni canzone è ricca di riff altamente dissonanti, cambi di velocità e stacchi improvvisi, che però non risultano quasi mai azzeccati, comparendo quando meno ce lo si aspetta, fastidiosamente, tendendo il più delle volte a spezzare continuamente le canzoni e aumentando questo senso di cattivo gusto che permea Abyssal Gods. Si viene inoltre infastiditi dai tanti, troppi inserti sonori di varia natura che non aiutano in nessun modo l’apprezzamento di questa musica; c’è una esagerazione generale che rende ogni traccia una accozzaglia di note e ritmo messi lì nella speranza che qualcuno colga un’assurda bellezza in questo sound che sembra avere tutto ma che in realtà manca del necessario. Le chitarre sono taglienti ma mancano di bassi. La batteria è orrenda: la cassa a volte sparisce mentre a volte domina il tutto, il rullante suona come un tamburo di una sagra di paese e i tom o sono un optional o suonano pari pari alla grancassa. Il basso poi non lega proprio e non sorregge le chitarre per nulla.
Forse in quest’occasione si è cercato di fare il passo più lungo della gamba, cercando di estraniarsi troppo da binari già ben collaudati esasperando una ricerca sonora forzata e inutile. Abyssal Gods non ha proprio nulla di buono, i lavori passati degli Imperial Triumphant avevano un loro carattere particolare, ricercato ed intelligente, ed esaltavano lo stile personale della band, che era pienamente delineato e aveva tutte le carte in regola per regalarci momenti evocativi e potenti. Le ultime due loro produzioni, Goliath e Abominamentvm, rispecchiavano perfettamente queste qualità e davano un ottimo contributo a ciò che è la musica estrema oggi; non possiamo dire la stessa cosa di questo ultimo disco, proprio non possiamo.
4.0