Grindethic Records, 2012
- The Genesis of Inhuman Brutality
- Entwined by Vermin, Submerged by Vomit
- Purulent Glassectomy
- Torment through Abnegation of Euthanasia
- Sculpture of Severed Remnants feat. Max Criminal Exhaler (ex-VTS)
- Deification of the Grotesque feat. Mariano ‘Marius’ Somà (Septycal Gorge)
- Compulsive Consumption of Rotten Entrails
- Decomposed Fetus Collection
- Kaleidoscopic View of the Innards
- Chickenfuck feat. Paolo Chiti (Putridity)
L’Italia del brutal death metal ha fatto di nuovo centro; come si direbbe in altre sedi, a new star is born.
Prima, comunque, di lasciarsi prendere da facili emozioni e/o sensazionalismi, vediamo di dire due parole sui trentini Indecent Excision, nella fattispecie Hannes Gamper alla chitarra ed al drums programming ed il talentuosissimo cantante Matteo ‘Bazza’ Bazzanella (da un mese circa, però, leggo tramite il profilo di Facebook del gruppo che il duo è diventato una vera e propria band, con tanto di batterista e bassista: sarà molto interessante chiedere qualcosa in più in merito ai ragazzi in eventuale sede d’intervista).
Nati come one-man-band, col solo Hannes, nel 2006, integrati dal massiccio Bazza pochi anni dopo, gli Indecent Excision fanno uscire il loro violentissimo album d’esordio tramite l’inglese Grindethic Records, label nota ai più per avere “scoperto” i grandiosi Defeated Sanity. Deification of the Grotesque, a dire dei nostri, si presenta come un album di slamming brutal death metal: di fronte a quest’affermazione, chiunque, amante di certe sonorità, partirebbe certamente prevenuto, aspettandosi un album ripetitivo, a base di distorsioni pesanti, riffoni pachidermici, voci ovviamente (tristemente!) inalate, clonazioni mal riuscite dei Devourment o (peggio ancora!) dei Waking the Cadaver ed un lavoro chitarristico, per così dire, “alla ricerca del groove perduto”. Se, purtroppo, il versante slam del brutal death, oggi come oggi, nella stra-grande maggioranza dei casi, è proprio questo, ringraziando gli Déi del death metal, gli Indecent Excision fanno un lavoro decisamente più complesso, maturo, personale e particolare.
La fonte principale d’ispirazione del duo (ormai quartetto) di Bolzano è, sentendo una song dopo l’altra, il lavoro fatto dai cari e vecchi Cinerary, band culto per ciascun “brutallaro” che si rispetti e che caldamente mi sento di consigliare a neofiti e/o interessati al genere (supergruppo con membri di Brodequin e Disgorge [US] dei “bei tempi”). Tradotto in soldoni: buone capacità tecniche, ripartenze al cardiopalma, groove e slam sì, ma dosati con intelligenza, per dare la sana dose di catartica “tamarraggine”, dopo avere spinto come si deve sull’acceleratore.
Gli Indecent Excision sorprendono, infatti, per la capacità di sapere creare un disco completo, capace di sbalzi umorali diversi nel songwriting – impresa tutt’altro che semplice, in un genere che tende ad appiattire le sonorità come il brutal death metal – grazie a influenze mutuate talvolta dai Malignancy (penso alla parte finale di “Purulent Glassectomy”), dai Disgorge [US] (un po’ ovunque, ma soprattutto in “Entwined by Vermin, Submerged by Vomit” e nella title-track), dai vecchi colombiani Purulent (chi li conosce o se li ricorda, noterà in alcuni arrangiamenti sparsi ed in alcuni vocalizzi di Bazza la loro infuenza) e dagli indimenticati slamsters svedesi Degrade (la loro presenza è preponderante nelle songs più groovy del lotto, “Sculpture of Severed Remnants” e “Decomposed Fetus Collection”).
Da tutte queste osservazioni si può capire che l’eccellente lavoro chitarristico di Hannes (rimproverabile, forse, solo per il suono di chitarra utilizzato, talora troppo “finto”) è sorretto da una prova vocale sopra le righe di Bazza, il quale, con quest’esordio, può tranquillamente consacrarsi come uno dei cantanti più sick della nuova generazione del brutal death metal: ascoltare per credere, il buon Matteo parrebbe cresciuto a pane, topi morti e il Matti Way periodo Cranial Impalement/Rituals of Desecration!
L’unico neo del disco, forse, è la lunghezza dei singoli brani, principalmente sui quattro minuti: sia chiaro, gli Indecent Excision hanno decisamente un buon songwriting ma qualcosa potrebbe andare limato.
Infine, per il piacere di tutti i nerds del brutal death metal, sulle tracce “Sculpture of Severed Remnants”, “Deification of the Grotesque” e “Chickenfuck” appaiono rispettivamente Max (ex-Modus Delicti, ex-Vomit The Soul), Marius (Septycal Gorge) e Paolo Chiti (Putridity) ovvero probabilmente le tre voci più rappresentative dell’estremo più zozzo made in Italy.
Nel complesso, bella prova e grandissimi margini di crescita e miglioramento per il futuro, soprattutto dopo i cambi di line up. Un disco da supportare col cuore, soprattutto se si è fan del genere.
7.0
[trovate qui l’intervista alla band]