01 – Force of the Floating Tomb
02 – Darkness Flows Towards Unseen Horizons
03 – Obscure Verses for The Multiverse
04 – Spiritual Plasma Evocation
05 – Master of The Cosmological Black
06 – Joined By Dark Matter Repelled By Dark Energy
07 – Arrival of Eons After
08 – Inversion Of Ethereal White Stars
09 – Infinite Interstellar Genocide
10 – Where Darkness Is Lord And Death
Era attesissimo. Il ritorno discografico degli Inquisition era attesissimo dalle legioni di fan di una delle migliori creature black metal di sempre. Fra rasoiate black metal, accenti death metal e rallentamenti all’insegna di atmosfere e rarefazioni doom, il duo più nero d’America dimostra ancora una volta di saper maneggiare sapientemente le più scure note prodotte da una chitarra e i più minacciosi ritmi di batteria: sono in due, ma ad ascoltarli sembrano un esercito, soprattutto in sede live.
Con questo nuovo Obscure Verses For The Multiverse, gli Inquisition non cambiano di una virgola le proprie correnti stilistiche, né la produzione si discosta da quanto fatto in ormai venti e più anni di inni al demonio e celebrazioni di rituali sonici volti all’esplorazione del cosmo. Per tanti gruppi, questo atteggiamento ha segnato la propria fine col trascorrere del tempo: per gli Inquisition evidentemente è un punto di forza, dato che non hanno mai sbagliato un’uscita discografica, riconfermandosi ad ogni occasione campioni del verbo nero più brutale, solido e al contempo ritualistico. I blast beat martellano senza sosta, i midtempos incalzano e gli arpeggi chitarristici danno la spugna imbevuta d’aceto prima della macabra morte per crocifissione. Chi li segue sa cosa aspettarsi da queste nove (dieci contando una bonus track) elegie al vuoto pneumatico, ed un gruppo così può solamente essere amato od odiato senza alcuna mediazione.
Non ce n’è per nessuno, numi tutelari del genere quali Mayhem, Marduk o Gorgoroth sono musicalmente eclissati da questo mostro americano, che purtroppo non ha mai ricevuto le attenzioni meritate e che speriamo con questa nuova uscita possa guadagnare visibilità e seguito: gli Inquisition dimostrano ancora che, sotto corpsepaint, croci rovesciate e artifizi scenografici grandguignoleschi, in un genere senza compromessi come il black metal deve sempre esserci un’idea (almeno musicalmente parlando) solida e definita, senza la quale tutto si riduce a chiacchiere e deliri metafisici. Ma qui si è al cospetto di una grande verità, quella degli Inquisition, sempre fedeli alla fiamma nera. Immensi.
8.0