1. Indefinite Instinct
2. Duality
3. Finite Horizon
4. Sistere
Suonando post metal in questi tempi è davvero un compito arduo non cadere dentro il calderone dell’anonimato. Fortunatamente gli Izah non rientrano in questa categoria e con questo Sistere mollano gli ormeggi del loro barcone per staccarsi dalle confortanti acque territoriali e inoltrarsi in alto mare. La lunghissima e fantastica “Sistere” (oltre trenta minuti che da soli valgono il giro in barca) ha un suono in parte aristocratico e cristallino che si tramuta in un post rock/noise sinistro (potrebbe essere ricondotta agli The Atlas Mouth e alle esplorazioni, sospese e pulite, degli Isis), mentre in altri momenti più veloci e diretti possiamo sentire chiaramente le trame delle chitarre, sempre attente a dipingere un quadro melodico e drammatico e capaci di sposarsi perfettamente con un drumming in stile black metal di ultima generazione (si possono intravedere le ombre degli Altar Of Plagues) e con delle vocals davvero sofferte e strazianti.
La sensazione che si ha ascoltando questo lavoro è quella di avere tra le mani una band che usa il proprio armamento musicale con molta personalità e maestria, cercando sempre di tenere ancorato il timone nella chiglia costruita da Cult Of Luna (quelli di Salvation e Eternal Kingdom) e Isis. I quattro pezzi dell’album sono molto lunghi e necessitano di numerosi ascolti prima che sia possibile entrare nella luccicante dimensione creata dagli olandesi, ma, una volta “dentro”, Sistere regala ottimi momenti e diventa davvero semplice perdersi nei suoi passaggi sublimi, i suoi arpeggi avvolgenti, la sua genuinità in note. Sopra ad ogni cosa gli Izah sono dotati di un coraggio che li porta molto oltre il semplice giocare con i saliscendi tipici di questo genere.
Auguriamoci che la band, un po’ per moda un po’ per altro, non incappi nei gorghi risucchianti del prog anni 70 che sembrano affascinare tanti naviganti ultimamente. Sarebbe davvero un peccato, e nel loro caso davvero uno spreco. La barca Izah va da sola, ed è un risultato davvero appagante in questo mondo musicale nel quale gente come Neurosis e Isis ha seminato fin troppi ingannevoli cloni e imbarazzanti proposte frettolosamente etichettate “post metal”.
8.0