Karma To Burn
Sidro Club, Savignano Sul Rubicone (FC)
01 / 07 / 2011
Nella serata della Notte Rosa – capodanno dell’estate romagnola enfatizzato a più non posso dai media, in grado di richiamare sulle coste del litorale adriatico milioni di persone unite dalla voglia di far festa – il Sidro di Savignano sul Rubicone compie un mezzo miracolo. Organizzare un qualsiasi genere di evento in una semi-sperduta zona industriale, per di più in contemporanea con il ben più massiccio apparato di occasioni di “divertimento” che offre la Notte romagnola, è un po’ come sperare nel funzionamento dei servizi pubblici in periodo di mondiali di calcio. E invece, un po’ alla spicciolata, il Sidro si riempie di curiosi che vanno a occupare il poco spazio vitale fino a compattare una settantina di persone in uno spazio di circa cinque per dieci metri. Il merito di questa “impresa eccezionale” non è solo dato dalla band che conduce la serata, ossia i Karma to Burn, ma anche dalla fama che, nel corso dei pochi anni di apertura del locale, i gestori hanno saputo costruire. Luogo di culto per gli amanti musicali della zona, i concerti spaziano diversi generi “alternativi”, focalizzandosi spesso e volentieri sul garage e sulle forme più torbide e grasse di rock’n’roll. E questa serata non fa eccezione.
Già nelle ore precedenti al concerto la band fa subito intendere il tipo di serata che ci si dovrebbe attendere: senza fronzoli né raffinatezze, non per questo andando a intaccare la qualità della resa sonora della band. E infatti i vari componenti si aggirano per il locale e nelle sue immediate vicinanze, scambiando chiacchiere e foto con i fans e lasciandosi andare al relax più totale. Comportamento apprezzabile e, soprattutto, rarissimo per una band che dalla propria parte ha qualcosa come venti anni di carriera alle spalle (di cui una decina passati al di fuori della scena musicale, ma poco importa) e recentissime partecipazioni a festival internazionali come il Download di Doninghton fra gli altri. L’inizio della serata, programmato per le dieci, slitta comodamente di un’ora anche a causa della mancanza di gruppi di supporto. L’attacco dei Karma to Burn, tuttavia, non fa rimpiangere nessuno. A locale già saturo la band si concentra sull’ultimo album, V, uscito a maggio di quest’anno per l’austriaca Napalm Records. In formazione a tre, va subito notata l’impostazione della batteria di Rob Oswald, che in tanti anni di concerti non ho mai visto prima d’ora. Un rullante, una cassa, un charleston, un timpano. E, fino a qui, tutto regolare. Poi si nota un tom che, anziché essere classicamente inclinato, è posto in posizione perfettamente parallela al terreno e, dunque, potenzialmente scomoda per chi deve colpirlo da seduto. E infine tre piatti, di cui uno in posizione classica e due rialzati in maniera inverosimile, fino a raggiungere il metro e ottanta d’altezza circa. Cosa che costringe il nostro Oswald non solo a muoversi e sbracciarci molto più di un batterista ordinario, ma gli consente anche – come si scoprirà poco dopo l’apertura del concerto – di picchiare molto più forte sulle pelli e sui piatti. A ciò si aggiunge un impianto scaldato a dovere e una sezione ritmica di bassi che non perde un colpo, accompagnando e, talvolta, introducendo le ritmiche groove tipiche delle sonorità della band. La chitarra, oltre a essere portata a volumi decisamente alti, consente agli spettatori distanti non più di un metro e mezzo dal palco di percepire le vibrazioni rilasciate dallo strumento, dando a tutta l’esperienza un valore aggiunto.
Come detto, dilungarsi su quali pezzi la band esegua sarebbe difficile e fuorviante, anche perché finirebbe per togliere valore al concetto principale che vorrei far passare, ossia che un live dei Karma to Burn è, in pieno stile stoner, una esperienza da considerare nel suo insieme. Massiccia e coinvolgente, rende arduo rimanere immobili davanti al muro di suoni (bassi e chitarre, cadenzati da potenti colpi di percussioni) che i tre sviluppano. Dopo poco più di un’ora, con la stessa semplicità con cui il concerto era iniziato, la band ne sancisce la sua fine. Gran bella serata!