(Season Of Mist, 2015)
1. Blessed
2. These Tight Jeans
3. The Owl
4. I Just Liked Fire
5. Management Control
6. A Passive Disaster
7. Failing At Fun Since 1981
8. A Catalog Of Small Disappointments
9. Dead Actors
Sono passati solo alcuni mesi da quando “Blessed”, primo estratto del nuovo album dei Ken Mode, venne rilasciato tramite i canali ufficiali della band come antipasto della loro ultima opera. In modo prevedibile il boccone aprì una voragine nello stomaco di tutti gli affamati di noise rock, una fame che aumentò con la notizia della presenza di Steve Albini alla produzione del disco. Tuttavia, ora che Success è sul nostro piatto ed abbiamo consumato più volte le nove tracce che lo compongono dobbiamo ammettere che l’operazione lascia suo malgrado un retrogusto amaro.
Sia chiaro: Success è un buon album, che segna un allontanamento dalle atmosfere metal ed hardcore da parte dei Ken Mode, che con una pericolosa inversione tornano al cuore della musica noise, ovvero a quei dirompenti anni Novanta che Albini ha vissuto da protagonista. L’ultimo full length del trio canadese sembra raccogliere il meglio dei cataloghi di label quali Amphetamine Reptile e Quartestick Records. Basti ascoltare ad esempio il blues-noise di “The Owl”, con quella miscela di basso – chitarra che rimanda direttamente ai Cows od ai Mule; oppure , ancora più sfrontata, “A Passive Disaster” scandita da una ritmica alla John Stanier. Aggiungete bassi saturi, chitarre stridenti ed un’impostazione punk / post punk che richiama gruppi del calibro di Guzzard e Mclusky, come in “Failing at Fun Since 1981”, ed il quadro generale è completamente a fuoco.
Con questa scelta stilistica i Ken Mode rompono una ispiratissima continuità artistica già evidenziata in Venerable e Entrench; con l’arrivo di un pezzo da novanta come Albini era lecito aspettarsi finalmente il loro capolavoro, sempre sfiorato ma mai raggiunto. Invece, in questo nuovo corso, l’aggressività e le inquietudini tipiche dei Ken Mode vengono smorzate: il risultato è un album più ragionato, dalla produzione più ricercata e certosina ma dai suoni piatti, che fa perdere alla band la spontaneità di un tempo dando all’ascoltatore un senso di non completezza. Una sorta di passo falso o, ad essere più magnanimi, di innocua scivolata da cui i Ken Mode si rialzeranno sicuramente, dato che Success risulta essere un album comunque positivo, che pur con i suoi difetti non intacca assolutamente l’autorevolezza di una band di prim’ordine nel campo del noise rock.
7.0