(Willowtip, 2012)
1. Intro
2. Type Zero Civilization
3. Eugenics
4. Extinction Event
5. Global Systemic Collapse
6. Cataclysmic Euphoria
7. Separatists
8. Monstrous Indifference
9. Cryptobiosis
10. Creatures of Conformity
11. The Breach
A distanza di ben cinque anni dall’ultimo lavoro, Inhuman Grotesqueries, ritorna a far parlare di sé una delle band più estreme del mondo civilizzato, gli incredibili Malignancy.
Attivi fin dai primissimi anni Novanta, i quattro buontemponi di Yonkers (NY) hanno sempre avuto alcune costanti saldissime nel loro sound e nella loro attitudine: copertine orribili (non nel senso splatter/gore del termine… proprio brutte a vedersi, in senso lato!), approccio sarcastico e divertito alla materia death metal, sonorità decisamente marce sostenute da perizie tecniche degne del più blasonato gruppo jazz/fusion/prog. Anche questa volta, con Eugenics, i nostri non s’allontanano da questo canovaccio: dopo gli ormai leggendari “topi-dita” di Cross Species Transmutation e uno dei peggiori disegni della carriera di Tony Koehl per Inhuman Grotesqueries, la nuova bruttissima copertina dei Malignancy targati 2012 parrebbe uscita per il più anonimo dei gruppi crossover/thrash anni ’80; sfido, comunque, qualunque true old school thrasher a farsi piacere la materia musicale dei nostri. Materia musicale, tra l’altro, che, per quanto fedele al 100% all’ormai distinguibile ed originalissimo sound à la Malignancy, per l’occasione, s’arricchisce di nuovi elementi.
Se, dunque, il quartetto statunitense è un manifesto vivente di lealtà verso un certo modus operandi musicale – canzoni brevi, growling ultragutturale, drumming mai dritto, ma spastico, singhiozzante, in un susseguirsi d’incastri e tempi dispari, a duello con una chitarra tutta riff corposi, scale avulse, dissonanze e fischi –, Eugenics si propone d’arricchirlo con nuovi arrangiamenti: ed ecco, in primis, il vocalist Danny Nelson usare più di una volta lo screaming (soluzione adottata pochissimo in quasi vent’anni d’onorata carriera), peraltro in maniera eccellente; ecco l’introduzione d’alcune melodie progressive o soluzioni d’impatto che riecheggiano certi Cephalic Carnage (come nei riff portanti dell’opener “Type Zero Civilization” e dell’ultima “The Breach”); ecco momenti di velocissimo no-stop-blastbeat (“Monstrous Indifference”; uno degli episodi migliori del disco); ecco echi che richiamano i primissimi The Dillinger Escape Plan e certi Brutal Truth (le parti più lente di “Cataclysmic Euphoria”); ma, soprattutto, ecco un pezzo come “Separatists”, capace di coniugare arpeggi in chitarra pulita (per la prima volta dal 1993!), eleganti drum patterns jazzati (sugli scudi, per questo e non solo, per l’ennesima volta, l’originalissimo batterista Mike Heller) a grooves di scuola newyorkese (i vecchi Skinless?) e parti singhiozzanti che riecheggiano il più grande capolavoro della band, Cross Species Transmutation.
Eugenics è un album che sorprenderà i fans più incalliti e che, magari, di fronte a certune novità, potrà far discutere, ma anche sorridere con un certo cinismo, in linea con l’attitudine propria della band. Per tutti gli altri, beh, si tratta d’un album brutal super-violento e di difficilissimo ascolto, come, d’altronde, tutti i dischi di casa Malignancy; come se gli Spastic Ink si fossero ingroppati gli Enmity in un’orgia in mezzo ad una palude infestata di liquami radioattivi (giusto per star in tema con la cover): tecnicamente ed esecutivamente inappuntabili, o li si ama, o li si odia. E, per parafrasare Gigi Proietti in una nota pubblicità televisiva… ammè, me piace.
7.5