(Self-released/independent, 2011)
1. Sul Fondo
2. Larve
3. Scrivere
4. Schiavi e Padroni
I Mass Obliteration erano una death metal band romana, fondata dai cugini Andrea Lisi e Luca Zamberti, che decisero di sciogliersi (momentaneamente stando alle fonti), dopo la pubblicazione di due ep autoprodotti: Abrahamithic Curse (2007) e Fratricide (2009).
L’ep in questione rappresenta una release concepita unicamente dalla mente di Andrea, voce e basso della vecchia formazione e alla luce di pochissimi secondi di ascolto, ci rendiamo conto che tale produzione possiede in comune con quelle passate soltanto il nome.
Auschwitz è esclusivamente un lavoro di musica sperimentale e la cosa non rappresenta certo una novità per il settore, poiché, specialmente in ambito black metal, non pochi sono i musicisti ad essersi dedicati nelle rispettive one man band per la stesura di produzioni ambient e questo sia in ambito underground che nel “mainstream”.
Fatta questa premessa si può però felicemente constatare che la musica, per quanto minimalista, presenta degli elementi interessanti. Innanzi tutto le tematiche incentrate unicamente sul secondo conflitto mondiale e in particolare sul delicato argomento dell’olocausto. Ultimata la prima traccia “Sul Fondo”, costituita da suoni cupi e profondi che si fondono con parole appena sussurrate, passiamo a “Larve” dove sonorità a tratti quasi tecno e particolarmente disturbanti si uniscono questa volta a voci campionate e straziate. “Scrivere”, a parere del recensore, costituisce l’apice creativo dell’album; una marcia composta da suoni volutamente freddi e claustrofobici, fa questa volta da cornice evocativa alla celebre intervista a Primo Levi, l’autore dei disperati capolavori Se Questo E’ Un Uomo e La Tregua, sopravvissuto all’inferno del lager. “Schiavi e Padroni” rappresenta in ultimis l’outro dell’album, in cui giri ipnotici, note basse (ma ugualmente invasive) e un incedere percussionistico in crescendo, chiudono questo lavoro dalla non facile lettura ma che riesce in modo efficace, fedele ed anche originale a fotografare anche la gettonata tematica del conflitto bellico.
Non sappiamo se e quando la band originaria si riformerà ma di sicuro Andrea Lisi ha dato alle stampe un valido prodotto di musica fortemente sperimentale.
7.0