(Autoprodotto, 2012)
1. Numerus Enim Hominis Est
2. Kneel To The Altar
3. Creating New Sacraments
4. The Hellish Will
Il progetto Metus Crucis nasce in terra sicula, fucina di gruppi interessanti come Schizo, Inchiuvatu, Grim Monolith o i più recenti Bunker 66, solo per citarne alcuni, nello specifico a Messina nel 2012 ad opera del chitarrista Francesco Pirrone (ex Denied, WarCryer e Dephacer). I nostri ci propongono un genere a cavallo tra il thrash classico e moderno intervallato da pennellate di black metal sinfonico in un debut EP autoprodotto di quattro tracce.
Il disco parte con “Numerus Homini Est”, che propone potenti riff thrash intervallati da sfuriate di doppio pedale e atmosfere di black sinfonico, che a tratti ricordano i migliori Emperor. La voce stridula e graffiante di Vulthroth accompagna il tutto con personalità. “Kneel To The Altar” si propone come pezzo ponte, con un inizio più lento e ragionato ma carico di riferimenti old school thrash alla Sodom; aperture melodiche alla Dimmu Borgir di Enthrone The Darkness Triumphant si fanno largo tra armonizzazioni chitarristiche pregevoli e attacchi di caustica rabbia. Si arriva a “Creating New Sacraments”, la “ballad” del disco, che per quanto semplice non stanca mai; le evoluzioni melodiche lontanamente prog nel bridge ci portano verso un finale di pregnanza malinconica. La conclusiva “The Hellish Will” ci propone una perfetta sintesi del sound della band, chiusura di un lavoro convincente.
Anche se gli ascoltatori più attenti noteranno la presenza dei campioni di batteria (se vogliamo dirla tutta, unica possibile “pecca” del lavoro), il mix che ne risulta è veramente ben equilibrato e mai tedioso. Promuovendo a pieni voti gli sforzi di questi ragazzi non possiamo aspettarci che un futuro in crescendo. Avanti così!
7.0