(Profound Lore Records, 2013)
1. Coming Winter
2. A Distance
3. New Dawn
4. Shadows
5. Untitled
I Morne sono una formazione proveniente da Boston e attiva da quasi dieci anni nell’underground statunitense. Per quanto la loro città di provenienza sia conosciuta principalmente per l’Harcore, questa band, composta da ex membri di Filth of Mankind, Grief e Disrupt, propone tutt’altro genere.
A distanza di due anni da Asylum, come un orologio apocalittico, i Nostri danno alle stampe il loro terzo album, immergendosi ancora di più nell’introspezione e nell’oscurità della mente, già suggerita dal titolo e dalla minimale copertina monocromatica. Il sound del disco si distacca molto da quello che era il primo album, soprattutto nel reparto strumentale, abbandonando i violini e l’uso della tastiera, mantenendo immutata però la voce del cantante; rimangono ancora le lunghe litanie di chitarra, portate a una gravità tale che sembra quasi di ascoltare a tratti del funeral doom, con tempi più distesi e atmosfere che si fanno meno “violente” rispetto al primo lavoro, riprendendo molto di quello che si può trovare in Asylum. Ciò che colpisce l’ascoltatore è la semplicità delle soluzioni adottate, senza grandi sintetizzatori o chitarre distorte i Morne sono riusciti ancora una volta a creare delle architetture intriganti e accattivanti, con una batteria ritmata che sembra quasi danzare insieme ai colpi d’ascia della chitarra: l’album riesce a coniugare alle influenze di gruppi come Sacrilege e Amebix un sound più monolitico tipico della nuova corrente neo-crust a cui fanno capo i Neurosis.
Per quanto l’evoluzione nel sound sia evidente,i Morne sono riusciti a mantenere una certa coerenza nelle tematiche e nelle sonorità, confermando la loro innata bravura nel padroneggiare più generi per fonderli e ottenere qualcosa di originale e nel contempo semplice. L’unica cosa da fare ora è aspettare il loro prossimo album, nella speranza che anche il quarto possa essere epico e introspettivo come i primi tre lavori.
7.5