(Century Media, 2012)
1. Dawn Over The Ruins Of Jerusalem
2. Silencing Machine
3. And I Control You
4. The Lepers Of Destruction
5. Borrowed Hope And Broken Dreams
6. I Wait In Hell
7. Decimation, Annihilation
8. Reduced To Ashes
9. Give Me The Grave
10. These Rooms In Which WeWeep
Per i Nachtmystium, Silencing Machine è l’album del grande balzo. La loro notorietà è progressivamente aumentata sempre più dopo la pubblicazione dell’ormai imprescindibile Instinct: Decay, e le ultime releases (i due Black Meddle) hanno incuriosito tanti amanti del black metal più avanguardistico e sperimentale: l’arricchimento della propria proposta con evidenti influenze prog rock, sulla scia di quanto fatto dagli Enslaved, ma anche con richiami continui al post punk britannico (Killing Joke su tuti), ha reso la band statunitense uno dei nomi di punta dell’attuale panorama black mondiale. Entrare nel roster della Century Media è un’ulteriore grande conquista per una formazione la cui ascesa sembra inarrestabile.
Ora che sembra che Chris Black abbia abbandonato il gruppo per dedicarsi totalmente ai suoi Dawnbringer, Blake Judd ha voluto probabilmente mettere a tacere quanti ritenevano fosse Black il principale compositore e l’unico artefice del successo della band: le dilatazioni psichedeliche e l’atmosfera sempre più lontana dal black metal che contraddistinguevano Addicts sembrano già un ricordo opaco, tutti quegli elementi che hanno fatto la fortuna di quell’album e del precedente Assassins sono stati però ripresi, ridimensionati e posti essenzialmente al servizio di un sound più omogeneo. E’ questa la caratteristica principale di Silencing Machine, che si pone fin da subito come l’album più compatto, immediato e, in ultima analisi, riuscito che sia mai uscito sotto il nome Nachtmystium.
Intendiamoci, a chi scrive son piaciuti tantissimo gli esperimenti fatti nei due Black Meddle, ma è impossibile non pensare, ascoltando questo nuovo album, che Judd abbia trovato la giusta ricetta per rendere il proprio sound sì personale (anche se in “I Wait In Hell” e “Decimation, Annihilation” si sente qualcosina che può ricordare i Dawnbringer di Nucleus…), ma allo stesso tempo concreto e ottimamente bilanciato tra violenza e atmosfera. I sessanta minuti di durata trascorrono con grande piacere, non ci sono mai cali di tensione e i brani si alternano tra aperture ad ampio respiro e rasoiate black con un forte retrogusto rock o industrial a seconda dei casi, formula questa che senza dubbio piace. Dopo la potentissima opener infatti, che ricorda addirittura certi Darkthrone, la tracklist appare ottimamente bilanciata tra pezzi dalla facile presa che dal vivo non faranno prigionieri, come la titletrack, “Borrowed Hope And Broken Dreams”, la già citata “I Wait In Hell” e “Give Me The Grave”, e brani più lunghi in cui tornano a galla le anime più atmosferiche e post-punk dei Nachtmystium (“And I Control You”, “The Lepers Of Destituition” e “These Rooms In Which We Weep”).
Se qualcuno poteva pensare che il passaggio su un’etichetta importante rovinasse qualche equilibrio all’interno della band di Blake Judd, può stare tranquillo. È sicuramente vero che Silencing Machine risulta essere l’album più mainstream dei Nachtmystium, ma solo nel senso che sarà probabilmente il più “vendibile”: aver ridotto l’importanza di certe influenze predominanti negli album passati ha reso l’album fruibile ad un ampio numero di persone, probabilmente anche ai fan del black metal più oltranzista. Siamo certi che questo disco sia solo un nuovo punto di partenza per questa importante realtà, che appare sempre più calata nel ruolo di “nome di punta” del black metal mondiale. Ne sentirete parlare ancora a lungo, con sempre maggior clamore; per il momento, non esitate a far vostro Silencing Machine.
7.5