(Enemies List, 2014)
1. Guggenheim Wax Museum
2. Defenestration Song
3. Burial Society
4. Music Will Untunne The Sky
5. Cropsey
6. Unholy Life
7. Dan And Tim, Reunited By Fate
8. Emptiness Will Eat The Witch
Quante volte si è sentito parlare di dischi che se presi come prodotto a sé stante risultavano più che buoni, ma che non potevano che sfigurare se comparati con il proprio predecessore? E’ esattamente il caso di questo The Unnatural World, secondo album degli Have A Nice Life, che giunge a sei anni di distanza da un disco d’esordio capace di riscuotere un’acclamazione generale da parte di pubblico e critica. Perché sì, Deathcounsciousness fu un vero e proprio fulmine a ciel sereno, e questo interminabile periodo di gestazione aveva fatto presagire un ritorno sulle scene di qualità pari se non addirittura superiore al debutto.
Purtroppo però è necessario premettere che così non è stato. Nell’approcciarsi al disco è stato rassicurante trovare inalterata la personalissima commistione di post punk dai toni fortemente melanconici, ambient/drone e shoegaze a cui gli Have A Nice Life ci avevano abituati con il doppio debut album ed il successivo EP Time of Land. Ancora una volta tutti i brani di cui è composto l’album affondano in un oceano di feedback e riverbero, messo in risalto da una produzione marcatamente lo-fi. A venire modificato non è stato il modo di intendere i singoli pezzi, ma piuttosto il disco nella sua interezza; il fatto che il numero di tracce sia stato notevolmente ridotto (quasi dimezzato) è un segno evidente del cambiamento operato rispetto al precedente sforzo del duo. Nonostante in Deathcounsciousness la lunghezza del platter fosse incontestabilmente funzionale al suo impatto sull’ascoltatore, in questo caso si è deciso di “tagliare corto” e proporre un disco più scorrevole e di facile assimilazione. E’ necessario riconoscere come questo obiettivo sia stato raggiunto ma non giustificato: gli otto pezzi scorrono sì in modo fluido e debitamente spedito, ma è costante l’impressione che manchi qualcosa.
Durante l’ascolto ci si può accorgere di come a mancare sia proprio la monumentalità dell’album d’esordio: The Unnatural World va dritto al punto, mostrandosi però decisamente meno sofferto e passionale. D’altro canto questa decisione mette in luce la rinnovata capacità del duo di unire i pezzi del puzzle, presentando brani legati l’uno all’altro in modo finalmente valido ed efficace, capaci così di conferire al disco una maggiore omogeneità di fondo. E’ inoltre riscontrabile un cambiamento anche nell’atmosfera del disco e nel mood che lo permea, un repentino passaggio da un addolorato falso-cinismo ad una rassegnata accettazione verificabile in particolare nei testi, sempre molto ispirati.
The Unnatural World è l’ennesimo LP dalla doppia faccia. Un disco sicuramente deludente per chi aveva apprezzato il primo grande passo compiuto dalla coppia Dan Barrett & Tim Macuga, ma dal lato opposto indubbiamente onesto, piacevolmente scorrevole e dotato di una spiccata personalità, tutte cose che il nuovo ascoltatore (così come colui capace di dimenticare) potrà senz’altro apprezzare.
7.0