(Inferna Profundus Records, 2014)
1. Vyne
2. Smelkiasi
3. Zmogus: I – Dar Giliau
4. Zmogus: II – Paranoja
5. I.I.
6. Leistis
7. Rytojaus Moralès Dykuma
I Nyksta sono una black metal band lituana nata da poco più di un anno dalle ceneri dei Dereliction, altro gruppo black con influenze death metal che aveva fatto uscire un solo EP; gli stessi lituani ci tengono però a sottolineare come la nuova formazione non sia un’evoluzione della precedente. Dimostrando di non essere dei ragazzi alle prime armi, già quest’anno fanno uscire il loro primo album sotto la Inferna Profundus Records. etichetta molto importante per il black metal dell’est europeo.
L’ album si presenta in maniera poco convenzionale ai canoni del genere, avendo come copertina una foto di un piccione morto e in trasparenza un lettering in carattere tipografico, immagine che potrebbe ricordare più una copertina di un romanzo cyberpunk che un album di metal estremo, però descrive esattamente le tematiche trattate dal gruppo europeo, la decadenza e l’ alienazione urbana. Il gruppo propone un black metal atmosferico che si dirada in alcuni tratti in un prog/space rock eterico, che incontriamo per la prima volta in “Smelkiasi”, seconda traccia dell’album. I testi sono interamente in lituano, cantati con l’inconfondibile scream del black metal nordeuropeo. La soluzione adottata può ricordare in sostanza gli americani Inter Arma, anche se nel caso dei Nyksta il contrasto è meno evidente, data la loro capacità di fondere i due diversi generi molto più in profondità. Dalla quinta traccia “I.I.” i nostri ci sorprendono con l’ inserimento di uno strumento a dir poco inusuale, un sassofono, creando un piccolo momento di quiete in questo viaggio caotico e senza meta.
Alla prima prova i Nyksta non deludono affatto, offrendo un lotto di brani tenuti insieme da un filo conduttore sia tematico che atmosferico. Lieka tik Sienos è un album da riascoltare più volte per essere apprezzato appieno, risultando all’inizio forse molto dispersivo per i troppi cambiamenti di genere al suo interno, ma rivelandosi in seconda battuta assolutamente originale e affascinante.
7.0