(Grindpromotion/Unquiet Records), 2015
1. Morire
2. OXO
3. Maledetto
4. Splende
5. Osmio
Quando, in ambito estremo, una band decide di chiamare il proprio album Pietra, non serve essere Sherlock Holmes per capire che, dietro al tutto, c’è una dichiarazione d’intenti. E di guerra. Siamo nella seconda metà del 2015 ed i biellesi O, dopo lo stupendo Il Vuoto Perfetto, vogliono lapidarci a furia di monoliti che manco Stonehenge. Ma l’interpretazione, in verità, non è nemmeno così naïf, sennò, insomma, loro non sarebbero gli O: fautori, fra i primi in Italia, di quell’hardcore evoluto che ama travestirsi di black metal (oggi tanto in voga), da sempre hanno saputo creare una sottile connessione semantica fra lyrics, titoli, concept e contenuti musicali. E Pietra non è da meno. Perché, come la roccia in copertina, la musica sarà anche pesante e dura, ma resta palesemente ricca di variegazioni, irregolarità e striature, in un melange fra emotività, pesantezza e violenza sonora che, oramai, è sacrosanto trademark della band.
Togliersi dai piedi l’anatema di essere ‘quelli che hanno fatto Il Vuoto Perfetto (trattasi d’un piccolo grande capolavoro, per chi non l’avesse mai sentito; n.d.R.)’, cercare di dire qualcosa di nuovo all’interno d’un genere che, in un certo senso, sta diventando ‘moda’, far evolvere il proprio sound pur mantenendone le peculiarità sono state, immagino, le più grandi difficoltà che i cinque piemontesi devono avere avuto in fase di composizione di Pietra. Sfide tutt’altro che scontate e banali e, musica alla mano, direi, superate piuttosto bene.
Il nuovo arrivato dei biellesi, almeno, stando a sentire l’opener “Morire”, sembra voler puntare più sulla velocità e su quelle melodie monocordi à la Deafheaven, anche se non disdegna entrare in territori vicini ai primi Isis quando è il momento di rallentare (sensazioni analoghe confermate anche nella terza traccia “Maledetto”); ma se la prima canzone può lasciare questa impressione – roba ben fatta e ben suonata, ma, alla fine, nulla di nuovo – il resto del disco ha decisamente qualcosa da dire di più. “OXO” spiazza per essere decisamente la song più particolare, memorabile e meglio arrangiata del lotto: un vero monolite, in cui le anime hardcore e metal della band danzano una funerea quadriglia; l’incedere cadenzato alternato a sapienti e tellurici incastri di batteria, le chitarre ora rocciose, ora taglienti, ora dissonanti, fanno capire che le sonorità degli Immolation e degli Incantation possono andare a braccetto con gli abusi degli Skitsystem e dei Breach e, sticàzzi, non è poco!
Ma il pezzo che tutti gli aficionados della band s’aspettano, senza dubbio, è “Splende”, brano nel quale ritorna quel fantastico mood di valzer fra Satana e Dio, fra Tenebre e Luce (senza dimenticare le infinite sfumature fra di esse) che aveva fatto la fortuna de Il Vuoto Perfetto. Non si tratta, comunque, d’un sornione duplicato di cose già fatte: qua e là appaiono arrangiamenti quasi shoegaze, ammiccamenti a certo post-rock noiseggiante e, quando i Nostri pigiano sull’acceleratore, beh, lo fanno a velocità più sostenute rispetto al loro recente passato.
Anche la successiva “Osmio”, una suite di sei minuti abbondanti, riporta gli O su territori già noti ai loro ascoltatori: fra suggestioni ancora post-rock, momenti doom e svedesate fra black metal e primissimi Splitter, il pezzo trascina nel solito viaggio, fra ceffoni monolitici e carezze melliflue, ed è decisamente rappresentativo, nell’economia del disco.
Nel complesso, dunque, si tratta d’un tentativo d’evoluzione abbastanza riuscito, nel quale, comunque, i binari e le strade tracciate, un po’ dai cliché del genere, un po’ dalla grande personalità degli O, restano punti di riferimento fondamentali. Infine, il Most Improved Player è senza dubbio il frontman S, sempre più spietato ed evocativo, il quale aggiunge al suo arsenale di urlacci uno sbraitato di derivazione crust/hardcore, vicino a certi Cripple Bastards e a combos nostrane apocalittiche meno note ai più, quali Il Male (se non li conoscete, ascoltateli!; n.d.R.).
Pietra uscirà ufficialmente il 3 ottobre, data, peraltro, del nostro GOTR fest, al quale i cinque hardcore-blacksters (si dirà così??) parteciperanno, in compagnia di Raw Power, Ape Unit, Grumo, Robanera e Mannaia: considerando il fatto che questi signori dal vivo spaccano, potrebbe essere un errore perdersi quest’occasione. Se avete menti aperte e l’estremo vi piace tutto, ancora una volta, gli O sono da supportare a prescindere.
7.5