(Les Acteurs De l’Ombre Productions, 2014)
1. Paramnesia – III;
2. Unru – Die Welt in der wir sterben
L’etichetta francese Les Acteurs De l’Ombre Productions si può dire sia ormai specializzata in quello che viene chiamato post black metal o comunque a versioni del genere non ortodosse né old school: pensiamo infatti a progetti come The Great Old Ones (pronti a pubblicare il nuovo album, oltretutto), a Pensées Nocturnes e agli scialbi Deuil di cui ci siamo occupati poco tempo fa sulle nostre pagine. Allo stesso filone appartengono i francesi Paramnesia, praticamente esordienti se non per l’ep Ce que dit la bouche d’ombre, e i tedeschi Unru, un paio di demo all’attivo e uno split con i Sun Worship, che in quest’occasione uniscono le proprie forze proponendo un brano a testa.
Stesso filone dicevamo, ma con qualche differenza fra le due band. Seppur rientrando appieno nei canoni del (sotto)genere, anche a livello di lunghezza dei brani, i due progetti ci mostrano due lati leggermente diversi di intenderlo andando a pescare chi più da un precursore, chi più da un altro. Così, se i Paramnesia fanno propria la lezione degli Ash Borer e degli Addaura, con una fortissima componente melodica figlia del post hardcore, del post rock e dei Deafheaven, gli Unru con “Die Welt in der wir strerben” (“il mondo nel quale moriamo”, se il tedesco non mi tradisce) fanno prevalere la loro componente più black metal che si traduce in atmosfere decisamente più opprimenti e pesanti e in suoni leggermente più grezzi, senza disdegnare grosse citazioni dagli Altar Of Plagues del periodo di Mammal. In generale comunque entrambi i gruppi propongono buone, per quanto canoniche, soluzioni dove si riscontrano i punti di forza di ciascun progetto (la sezione ritmica di batteria dei Paramnesia da una parte, la compattezza degli Unru dall’altra, per esempio) che tuttavia devono sottostare alla scelta di proporre un genere quanto mai sovraffollato e con pochi picchi di qualità.
“III” e “Die Welt in der wir strerben” sono due brani che nulla aggiungono a quanto già fatto in precedenza da altri, ma tuttavia non sono assolutamente da buttare. Per ora ci limitiamo a consigliare questo split ai fan più accaniti di questo tipo di sonorità, aspettando di trovarci di fronte alla prova del nove per entrambi, ovvero un full length come si deve.
6.5