(De Profundis Editiones, 2009)
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Neire Peste;
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La Mesniee Mordrissoire;
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Ballade Cuntre les Anemis de la France;
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Concerto pour Cloportes;
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La France Bouge;
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A la Mortaille!;
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Vespre;
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Rance Black Metal de France;
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Requiem pour Nioka;
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Soleils Couchants.
C’è un paese dove una realtà black metal, solida, creativa e di particolare originalità è cresciuta enormemente nell’ultimo decennio: la Francia.
Dopo la scena norvegese, e se vogliamo quella scandinava in generale (dalla Svezia dei Marduk, alla Finlandia dei Sargeist), quella francese risulta essere la più attiva e produttiva in Europa, risultando riconoscibile per gusti estetici e scelte musicali.
Tra i maggiori esponenti della cosiddetta “legion noire” vi sono i Peste Noire, attivi dai primi anni dell’ultimo decennio, con alle spalle tre demo e tre album album ufficiali, il primo pubblicato nel 2006.
Quella di cui vorrei parlare oggi è l’ultima fatica in studio della band, risalente già al 2009, ma non per questo meno interessante di una nuova uscita: “Ballade cuntre lo Anemi francor”.
Il titolo, tratto da un componimento poetico del “precursore dei maledetti” Francois Villon (1431/2-1463), rappresenta una sorta di manifesto nazionale espresso con il linguaggio criptico della musica più nera, tra citazioni più o meno antiche e rimandi alla cultura storica francese.
Il viaggio in cui ci accompagnano i Peste Noire è davvero interessante, quindi vediamo nel dettaglio cosa ci propone il compo d’oltralpe con quest’ultima fatica.
Le sorprese di questo album sono diverse: tra scelte sonore atipiche, per non parlare di alcuni veri e proprio colpi di genio; penso quindi sia meglio accennare qualcosa su ogni traccia, in modo da dare un’idea il più possibile completa.
Dopo una introduzione trascurabile veniamo catapultati in un clima surreale: “La Mesniee Mordrissoire” si apre con la voce ferale di de Valfunde che intona quello che è con tutta probabilità un canto popolare francese risalente al quindicesimo secolo; con l’entrata della band il brano si trasforma in un mid tempo dal gusto decadente, marcescente e profondamente affascinante allo stesso tempo.
La seguente title track, risulta essere uno dei pezzi migliori del lavoro, con una bellissima introduzione (che verrà poi ripresa) acustica dal gusto rinascimentale.
“Concerto por cloportes”, breve intermezzo suonato al piano elettrico, è seguita dalla ben più interessante “La France bouge”, cantata a cappella da una voce femminile inizialmente, accompagnata da percussioni e dal leader della band in un secondo momento; il brano non è altro che un canto popolare di fine ‘800.
Torniamo su lidi a noi più familiari con la seguente “A la mortaille!”: vero e proprio black metal francese, tra melodie malinconicamente distorte e ritmiche spesso moderate.
I Peste Noire, infatti, dimostrano con questo brano come non sia necessario rendere estremo ogni parametro musicale per creare qualcosa di veramente oscuro.
Un altro intermezzo, questa volta suonato all’organo, “Vespre”, dal sapore malinconico e lievemente perturbante nella sua registrazione volutamente disturbata e distorta ci porta all’ultima parte dell’album.
“Rance Black Metal de France”, aperta anch’essa da una breve rielaborazione di un canto popolare, ci porta in una cavalcata atipica, tra il suono di un’armonica a bocca, il cinguettio di uccelli e il groove molto thrashy di un finale ottimamente orchestrato.
“Requiem pour Nioka” è un breve pezzo pianistico dove compare di nuovo la voce femminile: possiamo considerarlo come uno dei vari intermezzi dell’album, ma sicuramente non all’altezza degli altri che abbiamo già ascoltato.
Concludiamo con “Soleils Couchant”, basata sull’omonimo componimento del poeta simbolista Paul Verlaine: ancora una buona apertura alla melodia senza dimenticare il lato “oscuro” della stessa, tra riff funerei e ritmiche al limite del doom.
Consigliato caldamente a tutti gli amanti della musica estrema, e non solo, perché quella dei Peste Noire è grandissima arte, della più oscura ma anche della più pura ed affascinante.
Voto: 8.