(Hydra Head Records, 2009)
1. Into The Silent Waves
2. Another War
3. Sound Of Ice And Grass
4. An Angel Was Heard To Cry Over The City Of Rome
Pyramids & Nadja è un lavoro splendido, che chiunque abbia anche solo un minimo interesse per la musica ambient in senso lato (da Brian Eno al drone più cupo) dovrebbe ascoltare. Non sono rari i casi in cui due band decidono di collaborare nella stesura comunitaria di un vero e proprio album e non di un semplice split, ma in queste occasioni il pericolo di non produrre un’opera all’altezza delle qualità dei singoli progetti coinvolti, o semplicemente di annullarsi a vicenda, è piuttosto alto. Invece, in questo Pyramids & Nadja le anime dei due progetti convivono in maniera incredibile, e il tutto è arricchito da una serie di ospiti di lusso, da Albin Julius a Simon Raymonde dei Cocteau Twins, dal poliedrico Colin Marston all’onnipresente James Plotkin.
L’essenza dei Pyramids qui è dilatata al massimo in un minutaggio che rimanda molto più ai Nadja, le tipiche accelerazioni di batteria sono quasi del tutto assenti mentre i panorami eterei che caratterizzavano l’esordio sono come cristallizzati. La coppia Baker/Buckareff infonde tutta la propria esperienza nel plasmare le qualità astratte e talvolta “confuse” dei più giovani colleghi, mostrando la propria anima più delicata e relegando ad episodi sporadici la componente drone dominante nei loro lavori più ostici, evidenziando poi un notevole gusto per la melodia, per quanto “dilatata”, che sarà poi sviluppato in lavori come il bellissimo Ruins Of Morning o il recente Dagdrøm.
Si parte con “Into The Silent Waves”, traccia dal titolo quasi programmatico di cui esistono due remix, peraltro molto ben riusciti, ad opera di Lustmord e degli Ulver. Coi suoi dieci minuti di durata è il pezzo più breve del disco, ma ne introduce al meglio gli elementi fondamentali, i contrasti tra paesaggi sonori luminosi e le parentesi più cupe, oltre a tradirne pure le influenze: i compianti The Angelic Process (soprattutto quelli di Weighing Souls With Sand), ma anche gli ultimi Ulver e qualcosa dei progetti più minimali di Justin Broadrick. Si prosegue con “Another War”, in cui Faith Coloccia dei Pyramids (anche nei Mamiffer) al piano duetta con Chris Simpson (cantante della sottovalutata band emo-rock Mineral), che impreziosisce il brano con una prova vocale assolutamente incantevole, ritagliandosi un ruolo da protagonista nei momenti in cui la sua interpretazione è più emozionante e malinconica. Di tutt’altra pasta la monolitica “Sound Of Ice And Grass”, in cui emergono più che mai i succitati contrasti: ambient e drone s’intrecciano continuamente in venti minuti di astrattismo puro, in cui di tanto in tanto si stagliano le ombre dei Sunn O))) di Monoliths & Dimensions. Tra tutti probabilmente è questo il brano che stimola di più, carico com’è di carica evocativa e della capacità di suscitare le emozioni più diverse in un’unica traccia, che riesce a rifuggire sempre il rischio di far calare l’attenzione. Nella conclusiva “An Angel Was Heard To Cry Over The City Of Rome” ritroviamo le tipiche cavalcate dei Pyramids, che però si prolungano per quasi tutta la durata del brano, e sul quale veleggiano vocals sognanti e malinconiche che traghettano l’ascoltatore verso la fine di questo viaggio sonoro intenso e profondo.
Giunti alla fine, è difficile risvegliarsi dal torpore mentale. Ma la cosa che fa capire davvero la qualità di questo album è la sua longevità: anche dopo numerosi ascolti, Pyramids & Nadja non perde un briciolo della sua potenza emotiva ed espressiva, risultando un’esperienza sempre piacevole e adatta a distendere i nervi così come a perdersi nell’abbraccio di una musica evocativa e intima. Questo disco è un piccolo capolavoro, frutto dell’unione perfetta di menti evidentemente molto compatibili. Da avere.
8.0
[Questo articolo fa parte anche dello speciale dedicato a Pyramids & Horseback, disponibile qui.]