(Epitaph Records, 2015)
1. Die In Your Own Cathedral
2. We Know Who’s The Prick
3. The Savior, The Swear Word
4. Let’s Not Keep In Touch
5. Disappointing Grade
6. The Inevitable End
7. This Should Hurt A Little Bit
8. Death Will Change Your Life
9. Without Money, We’d All Be Rich
10. You’re Only A Crook If You Get Caught
11. Wooden Nickels
12. Strong Wrong Opinion
Con Beneath California i Retox si scrollano di dosso ogni riferimento possibile al passato del loro fondatore e si consacrano definitivamente come band di punta nel panorama del punk hardcore più evoluto. In questo ultimo disco Justin Pearson si libera definitivamente dello spettro dei The Locust, che tanto aleggiava sull’esordio Ugly Animals e in misura minore sul seguente YPLL, per esplorare sempre più il suo lato punk, con risultati davvero convincenti.
Il passaggio da Ipecac a Epitaph nel 2013 aveva sorpreso molti, alla luce di un disco d’esordio ancora molto influenzato dal noise e dotato di un carattere decisamente poco gestibile. Il primo disco uscito per Epitaph, YPLL, è tutt’ora una sorta di mosca bianca all’interno del catalogo dell’etichetta californiana. Riascoltandolo oggi appare come una sorta di ibrido tra ciò che Pearson si porta inevitabilmente dietro dalle sue tante esperienze precedenti e la volontà di recupero di certo punk/hc primitivo che contraddistingue i Retox fin dalla nascita; una volontà che si concretizza pienamente in quest’ultimo album.
Beneath California è un disco diretto, feroce e gustosamente sintetico, hardcore punk nell’anima ancor più che nel suono. Le distorte sperimentazioni ancora presenti in YPPL sono sparite del tutto, in quest’occasione i Retox vanno dritti al punto senza perdere mai di vista l’obbiettivo. L’album funziona perché risulta da subito estremamente coerente e fruibile su diversi livelli. Le componenti matchcore si amalgamano perfettamente alla lineare struttura di base: cavalcate di botch-iana memoria (coi nuovi Narrows di Dave Verellen i Retox hanno recentemente condiviso un gran bello split) arrivano spesso a calamitare l’attenzione senza che si perda un briciolo di quell’irruenza punk che è, oggi più che mai, la componente fondamentale dei Retox.
Detto di una prova vocale decisamente sopra le righe e di una produzione più patinata rispetto al passato, concludiamo ribadendo come Beneath California sia un deciso passo avanti per la band californiana. Il processo di semplificazione attuato da Pearson ha ormai reso Retox un progetto capace di camminare tranquillamente sulle proprie gambe, senza che si debba continuare a far riferimento al suo leggendario fondatore. Non ci stupiremmo se facesse tanti proseliti anche tra coloro che guardano continuamente in casa Deathwish alla perenne ricerca di un’effimera new sensation in ambito hardcore.
7.5