Il nord-est italiano colpisce ancora! Dopo aver dato i natali a bands del livello di Slowmotion Apocalypse e The Secret, questi Rumors of Gehenna regalano un’altra, ennesima soddisfazione all’underground italiano. Formatisi nel 2002, arrivano al debutto ufficiale sulla lunga distanza solo cinque anni dopo, complici diversi cambi di formazione e una sana gavetta. Come nella migliore tradizione musicale, le esperienze in sede live fortificano le basi del proprio sound. E il quintetto friulano in fatto di aperture a band internazionali è in grado di sfoggiare un curriculum di tutto rispetto: Amon Amarth, Stratovarius, Testament, Shai Hulud, e tanti altri.
Il qui presente Ten Hatred Degrees è un riuscito mix di thrash metal e death svedese della vecchia scuola che, se da un lato si ispira in maniera decisa al sound proposto proprio dai corregionali Slowmotion Apocalypse, riesce a ricordare a tratti i primi In Flames. Lo stile vocale poi, vede qualche collegamento con i primi Trivium (ad esempio in “Dead Slaves”), essendo orientato ad uno screaming sempre aspro e prolungato durante l’intera durata del disco e con pochissime eccezioni. Prodotto allo Studio 73 di Ravenna dal solito ottimo Riccardo Pasini, il disco è stato poi masterizzato in Germania, dando al tutto un sigillo di qualità veramente alta, sempre attento ai dettagli. I dieci brani proposti (nove più intro, anzi) portano la durata dell’album a poco meno di cinquanta minuti, dimostrando come non sempre sia necessario comporre brani della durata standard dei tre minuti e mezzo. Soprattutto quando, suonando metal, non sia necessario aspirare al classico radio friendly.
Se da un lato le composizioni di questo album danno certezza delle capacità tecniche dei componenti, dall’altro il caos presente come atmosfera generale è un punto da migliorare. Intendiamoci: l’assalto sonoro portato a compimento dai Rumors of Gehenna è notevole e si lascia ben ascoltare per una metà buona del disco, ma dopo un po’ rischia di annoiare a causa della complessità messa in gioco. Trovare un compromesso fra tecnica e orecchiabilità è il prossimo obbiettivo da raggiungere, ma per adesso va bene così.
Voto: 7