1) T.T.D.
3) Monsters
4) Shamaniac
6) Ritual
7) Lord Of The Pigs
8) Queen Ant Jam
I Satori Junk si muovono su coordinate doom / stoner / sludge, quello evocativo e psichedelico che strizza l’occhio alle atmosfere sedanti degli anni settanta. Dentro a questo lavoro si respira aria molto elettrica e frizzante e a tratti la band nostrana riesce pure ad avvicinarsi al suono occulto e drogato degli Electric Wizard, mentre in alcuni momenti tornano alla mente gli affascinanti trip acidi e fuzz di Monster Magnet e Fu Manchu. Quando invece i tempi rallentano l’ascoltatore viene catapultato in una dimensione parallela, nella quale le divagazioni vorticose e spaziali degli Hawkwind incrociano le lunghe litanie mortifere degli Sleep per poi virare nell’angosciante sound dei Cathedral (i primissimi, quelli di Forest Of Equilibrium)
La musica dei Satori Junk, condensata in pezzi molto lunghi, assomiglia ad una marcia solenne che lentamente ipnotizza l’ascoltatore, causandogli la sensazione di essere sotto l’effetto di una qualche vecchia droga chimica che, incurante del tempo, continua a fare il suo effetto facendogli apparire lungo il suo percorso gratificanti oasi e incantevoli miraggi. I tempi sono dilatati, i suoni elettronici, sintetici, distorti e imponenti, mentre l’inquietante voce funge da barbiturico e insieme alle friggenti onde chimiche emanate dalle chitarre compone un cocktail davvero letale che induce ad alzare i volumi e a cercare nell’armadio i pantaloni a zampa di elefante.
Con la complicità di una registrazione ed una produzione notevole, svolte allo Studio Spaziale con Enrico Baraldi per poi essere mandate a James Plotkin, i ragazzi milanesi formano una discreta prova di debutto puntando molto su suoni e volumi, proponendo un ottimo doom / stoner / sludge psichedelico (certamente debitore delle band citate in apertura), alleggerito da aperture decisamente anestetizzanti.
Continueremo sicuramente a seguire il percorso dei Satori Junk per vedere, dato che le capacità sono evidenti, se i ragazzi esploreranno ulteriormente la loro anima settantiana oppure si procureranno, insieme ad una maggiore personalità, palazzi di amplificatori, per alzare al massimo i volumi e stordirci come hanno fatto recentemente, ad esempio, i Bongripper di Satan Worshipping Doom o i Conan di Horseback Battle Hammer.
7.0