(Southern Lord Recordings, 2014)
1. Brando
2. Herod 2014
3. Bull
4. Fetish
5. Lullaby
Una collaborazione simile potrebbe senza problemi suonare agli appassionati del drone come la collaborazione tra Metallica e Lou Reed, un po’ per il differente retaggio degli artisti, un po’ per quel senso di snaturamento che accompagna un simile lavoro. Nient’altro che una sensazione, il tutto dettato dal curriculum parziale di colui che risponde al nome di Scott Walker, cantante attivo dal ’69 e principalmente famoso per essere stato ispirazione di tanti altri cantanti (che ad onor della cronaca hanno ricevuto maggiori consensi) e per il suo pop barocco degli ultimi anni ’80.
Non si può certo fare una colpa a questi nostri pensieri dettati dall’ignoranza più profonda nei confronti di un personaggio che, per quanto possa sembrare strano inserito nel contesto della collaborazione coi SunnO))) dato il suo passato, ha donato tantissimo alla musica tetra ed inquietante. Di che stiamo parlando? Di tre dischi che sono rimasti nel buio più totale e dal quale sono nati e stati concepiti. Basta una piccola ricerca in quella enciclopedia mondiale chiamata internet per notare un particolare che sfugge con facilità sorprendente. L’ultimo lavoro degli anni ’90 fece sparire Walker dalle scene per ben più di un decennio, ma il motivo? Presto detto, provate ad immaginare in quegli anni un cantante famoso per formule melodiche e sofisticate che se ne esce con un lavoro oscuro, denso e tetro, capace di ridefinire i confini del macabro e dell’inquietante ancora prima che ci pensasse Nick Cave con quel fondamentale album di ballate omicide che risulta comunque più allegro e spensierato (ma inquietante uguale). Immagino che facilmente vi figurerete l’indisponibilità del pubblico.
Ma Walker non si diede per vinto e nel 2006 dopo Cristo riprese a lavorare sui suoi incubi più scellerati donandoci due opere (perché tutto sommato è così che possiamo definirli) dal titolo The Drift e Bish Bosch. E ora giunge a noi Soused a concludere una immaginaria quadrilogia che culmina nella follia e nell’incertezza di una fine vera e propria. E proprio i SunnO))) sono chiamati a porre il loro distintivo drone a contorno ed anima in uno dei lavori più eclettici e difficili del 2014.
Le due parti in causa non erano certo degli sconosciuti tra di loro, si ricordi ad esempio la precedente collaborazione su Monoliths & Dimensions, e come se non bastasse questo folle viaggio in cui stiamo per immergervi (traducendo letteralmente il titolo) ha dato l’ispirazione necessaria ad un certo Gisèle Vienne (regista Austro-Francese) per la realizzazione di un film chiamato “Brando”. Una nota dolente però esiste in questo lavoro denominato Soused. Ebbene, nonostante si tratti di una collaborazione pare quasi che i signori del drone americano fungano solo da contorno, quasi a voler impreziosire un lavoro che fondamentalmente ha come base portante lo stesso Scott Walker. I quattro lavori che costituiscono il lavoro vedono la massiccia presenza vocale del cantante statunitense che canta, recita ed impazzisce sotto le stesse note promulgate, guidandoci in un inferno di follia, dolore, oscurità e note dissonanti e atonali, roba da fare quasi invidia ad un famoso viaggio fantastico descritto da un certo “Carroll”.
L’elemento drone come già precedentemente svelato è un contorno ed assomiglia in gran parte a quanto proposto su The Drift e Bish Bosch del 2006 e 2012, con la differenza che i gain e i suoni sono O))) al 100%. Particolare del disco è la “varietà” dei suoni che protrudono dagli strumenti di Anderson e O’Malley, come pennate ben distinte e addirittura composizioni non sovra-saturate elaborate su schemi ora dissonanti, ora atonali e un’altra volta chiaramente fuori scala. La voce di Scott copre tutti i range di cui è capace, dall’estensione baritonale al recitato, il tutto funzionale a condurci per mano in un universo allucinato e di difficile focalizzazione, frasi brevi o anche solo una parola per verso, con pause lunghe tra una parola ed un’altra. Vi è anche un massiccio uso di sintetizzatori dal vago mood horror anni ’80: ritornano infatti alla mente certi lavori di Carpenter e qualche colonna sonora di alcuni videogiochi horror di fine anni ’90 e anche alcuni di più moderna fattura
Il brano sicuramente più appetibile ed intricante dell’intero, breve lotto è “Lullaby”, composizione lenta, fine con un ritornello in cui eruttano note alte che fino ad un minuto prima non ci parevano accostabili ad una traccia simile. Il cantato è lento, estremamente recitato fino allo sfinimento con Anderson e O’Malley che rimangono dietro le quinte, ma fidatevi che il loro apporto è quanto mai fondamentale.
Nota finale? Stiamo parlando di un lavoro che definire complicato e difficile è dire poco, ma il fascino che l’ascolto prolungato riesce ad esercitare rasenta un indiscutibile magnetismo, associabile a quella sensazione che ci attrae nei confronti di un opera che non possiamo comprendere fino in fondo ma che non possiamo fare a meno di osservare nella nostra permanenza nella galleria di esposizione. Nei confronti degli altri due partecipanti al disco vi è invece una nota di biasimo, più per il fatto che ci eravamo abituati bene nelle collaborazioni precedenti dove comunque sia, nonostante fossero sempre gli altri artisti a fare la pare del leone donando ogni volta una nota caratteristica al lavoro, i SunnO))) si potevano distinguere maggiormente come presenze fisiche e vitali in quei vortici sonori che assomigliavano a maelstrom impetuosi. Come possiamo dirlo? Ascoltando semplicemente i tre lavori precedenti del cantante e ci si rende conto che tutto sommato il duo più famoso in ambito drone si è limitato a seguire le linee guida delineate da Walker stesso.
In ogni caso Soused è un lavoro più che valido, ascoltabile ed ammaliante, adatto a chi va pazzo per l’ex baronetto del baroque pop e per chi “la musica è drone e drone soltanto”. Superate l’iniziale senso d’estraniamento ed abbiate il coraggio di trattenere il fiato ed immergervi in un lavoro ermetico ed oscuro che pian piano saprete saggiare della sua vera natura. Ecco, se proprio volete un paragone facile, è come vedersi per la prima volta Eraserhead, ma sfido a non rimanerne ammaliati. Convinti?
8.0